Carige – Il FITD apre la data room per vendita quota di controllo (80%)

Il Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi, che detiene la partecipazione di maggioranza (80%) del capitale di Carige, ha aperto la data room a potenziali acquirenti di suddetta quota.

Lo si apprende da Reuters, secondo cui entro fine luglio sono attese le offerte non vincolanti e in autunno quelle vincolanti, con l’obiettivo di arrivare a un accordo entro fine 2021 e definendo quindi le tempistiche per trovare una soluzione definitiva per il futuro della banca ligure.

Secondo quanto riporta l’agenzia, tra gli istituti che avrebbero manifestato un interesse per entrare nella data room ci sarebbero Banco Bpm e Credem, che avrebbero firmato i non disclosure agreement. Entrambi gli istituti non hanno voluto commentare.

Anche altre banche, tra cui Bper e Crédit Agricole, potrebbero avere un interesse ad approfondire i dati di Carige, oltre che vari fondi di private equity.

Un’acquisizione dell’istituto genovese potrebbe portare in dote al potenziale compratore circa 400 milioni di Dta trasformabili in crediti di imposta, secondo quanto previsto da un provvedimento governativo.

Il FITD, che ha assunto il controllo di Carige a seguito del salvataggio avvenuto nel 2019 dopo il commissariamento della BCE, si sta avvalendo della consulenza di Deutsche Bank per gestire la vendita della propria partecipazione, dopo che lo scorso marzo Cassa Centrale Banca si è tirata indietro rinunciando a esercitare la propria opzione per rilevare la quota.

Dopo due svalutazioni, l’investimento originario del FITD, pari a 600 milioni, ha un valore residuo iscritto a bilancio 2020 di circa 104 milioni.

Secondo Reuters, tra le questioni da risolvere nell’ambito della potenziale cessione, ci sarebbero anche i rischi legali legati alla causa intentata dall’ex socio di riferimento Malacalza Investimenti e altri piccoli azionisti per i danni che avrebbero subito a seguito dell’aumento di capitale del 2019.

La banca ligure ha posticipato di un anno i target del piano strategico a causa degli impatti legati al Covid-19, puntando adesso a raggiungere il break-even di utile netto a partire dal 2023.