Oil & Gas (-1,7%) – Greggio in lieve rialzo nell’ottava resiste all’impennata del dollaro

Il Ftse Mib ha chiuso le ultime cinque sedute con un calo complessivo dell’1,9% a 25.218 punti, in una settimana in cui l’attenzione dei mercati si è concentrata soprattutto sul meeting della Federal Reserve.

Dalla banca centrale Usa sono emersi messaggi più hawkish del previsto, con il presidente Jerome Powell che  ha confermato la propensione ad avviare le discussioni sul tapering, accendendo il dibattito su quando l’istituto comincerà ad allentare il proprio programma di acquisti mensili di bond.

Le ultime indicazioni, inoltre, prevedono due aumenti dei tassi di interesse entro la fine del 2023, in anticipo rispetto a quanto suggerito dalla precedente guidance, ma il Fomc potrebbe intervenire anche prima, laddove le condizioni economiche lo richiedessero.

Ottava in lieve rialzo, invece, per le quotazioni del greggio, nonostante il rafforzamento del dollaro in scia alla prospettiva di un aumento dei tassi di interesse Usa prima del previsto abbia penalizzato le materie prime in generale.

I prezzi del petrolio si sono mantenuti però sui massimi dal 2018, sostenuti dai segnali di un robusto recupero della domanda e dal calo delle scorte settimanali Usa evidenziato mercoledì dai dati Eia.

Goldman Sachs ha dichiarato che il petrolio resta la sua “highest conviction” bullish call tra le commodities, mentre Morgan Stanley ha alzato le previsioni sui prezzi di 10 dollari al barile per la seconda parte dell’anno.

Il Ftse Italia Petrolio e Gas Naturale ha segnato un -1,7% w/w, rispetto al -2,1% w/w del corrispondente indice europeo. Tra le big del comparto in calo in particolare Tenaris (-4,4% w/w), con le vendite che sono prevalse anche su Saipem (-2,9% w/w) ed Eni (-2,5% w/w).

Nel segmento delle piccole e medie capitalizzazioni male Maire Tecnimont (-5,9% w/w) e Saras (-6,7% w/w).