Intesa Sanpaolo è la prima banca italiana e una delle prime sei in Europa a essere ammessa alla European Clean Hydrogen Alliance (ECHA) della Commissione Europea.
L’alleanza per l’idrogeno pulito punta a creare le basi per un’ambiziosa diffusione delle tecnologie legate alla produzione di idrogeno da fonti rinnovabili o a bassa emissione di carbonio entro il 2030, riunendo attorno a tavoli di lavoro e forum periodici i più importanti attori industriali e finanziari del continente.
Con il contributo delle iniziative organizzate dall’Alleanza, l’Unione Europea intende assumere la leadership globale del settore, con l’obiettivo di mantenere l’impegno per il raggiungimento della neutralità carbonica entro il 2050, come previsto dallo European Green Deal.
L’idrogeno è un gas rispettoso del clima perché non contiene carbonio e, se utilizzato per produrre energia, non emette CO2.
L’idrogeno è anche un vettore energetico, perché può essere utilizzato per immagazzinare l’energia prodotta da fonti rinnovabili non programmabili e intermittenti come sole e vento, per poi essere riconvertito in energia quando necessario, oppure utilizzato come materia prima in diversi processi chimici per l’industria e l’agricoltura, o ancora per l’alimentazione di trasporti pesanti, in futuro anche nell’aviazione.
L’idrogeno pulito offre inoltre una soluzione pratica per decarbonizzare i processi industriali e i settori economici in cui la riduzione delle emissioni è sia urgente che difficile da ottenere.
Attualmente l’impiego dell’idrogeno è frenato dagli alti costi legati alla produzione, ma le economie di scala che deriveranno dall’industrializzazione dei processi e le economie di apprendimento collegate ai volumi di produzione cumulata promettono un break-even già nel 2030.
Solitamente i cicli di investimento nel settore dell’energia e delle relative infrastrutture hanno una durata superiore ai 25 anni, ma grazie alla European Clean Hydrogen Alliance verranno identificate le migliori opzioni su cui investire e sarà possibile un abbattimento significativo dei tempi.
Per perseguire obiettivi concreti per la produzione e la commercializzazione di idrogeno pulito entro il 2030, l’UE stima che saranno necessari investimenti per circa 430 miliardi.
Intesa Sanpaolo ha partecipato attivamente al programma della Commissione Europea IPCEI (Important Project of Common European Interest) fin dalla sua presentazione nel 2019, ponendo particolare attenzione al primo dei grandi progetti in partenza, dedicato alla filiera dell’idrogeno pulito.
Intesa Sanpaolo si è inoltre impegnata a facilitare l’accesso delle imprese al programma IPCEI e ha in corso iniziative volte a verificare la sostenibilità finanziaria dei loro progetti.
Con il programma IPCEI, le imprese europee che presenteranno progetti legati alla produzione, allo stoccaggio, all’utilizzo e alla commercializzazione dell’idrogeno pulito potranno ricevere contributi a fondo perduto e finanziamenti sia dall’UE sia dai Governi nazionali, in esenzione alle normative sugli aiuti di stato e fino alla copertura complessiva del 100% dei costi ammissibili entro i limiti del funding gap.
Mauro Micillo, Chief della divisione IMI Corporate & Investment Banking di Intesa Sanpaolo, ha commentato: “L’idrogeno pulito è la chiave per accelerare la transizione energetica di molti settori produttivi e consentirà di applicare l’economia circolare a contesti oggi impensabili, con indubbi benefici ambientali e importanti ricadute sociali.
“La tecnologia va sviluppata, industrializzata e resa via via sempre più efficiente e conveniente. L’Unione Europea è fortemente decisa a diventare leader industriale a livello mondiale in alcuni settori tecnologici chiave, come l’idrogeno.
La European Clean Hydrogen Alliance, alla quale Intesa Sanpaolo è stata recentemente ammessa, ha la missione di attuare la nuova strategia europea per l’idrogeno e costruire una serie di progetti per aumentare la produzione e la domanda di idrogeno pulito. Siamo convinti di poter contribuire in modo rilevante ai tavoli di lavoro dell’Alleanza e consentire alle imprese europee di cogliere le opportunità di un settore in pieno sviluppo”.