Non smettono di susseguirsi le indiscrezioni circa il processo di privatizzazione di Mps.
Secondo quanto riporta Reuters, Il Tesoro, primo azionista della banca senese con il 64,2% del capitale, sta esaminando le opzioni sul tavolo per cedere l’istituto, e sarebbe aperto a soluzioni che aiutino il potenziale acquirente a cedere asset della banca così da favorirne la privatizzazione, o ridurne le dimensioni per agevolare una possibile acquisizione.
Le ultime indiscrezioni di stampa hanno parlato dell’ipotesi di una cessione in blocco a un unico operatore (UniCredit continua ad essere indicata come il partner più probabile) che, in seguito, individuerebbe perimetri di asset ben specifici da cedere ad altri soggetti, per rendere l’operazione più semplice e anche in ottica Antitrust.
Fonti di stampa hanno parlato di un potenziale interesse di Banco Bpm e Bper per gli asset del Nord Est, che potrebbero prendere in considerazione anche le attività toscane, mentre Mediocredito Centrale potrebbe rilevare le filiali del Sud, mentre ha perso quota l’ipotesi di una mini-Mps radicata in Toscana e controllata dalla Fondazione Mps, che ha tra l’altro smentito un coinvolgimento nel futuro della banca senese.
Gli ultimi rumor de Il Messaggero hanno riportato che due settimane fa ci sarebbe stato il primo contatto formale tra Andrea Orcel, Ceo di UniCredit, e il direttore generale del Tesoro, Alessandro Rivera.
Secondo il quotidiano, Orcel avrebbe rimarcato la propria freddezza sul dossier relativo alla possibile acquisizione della banca toscana, anche perché in questo momento l’attenzione del manager è concentrata sulla riorganizzazione interna e sul riposizionamento del business nell’ottica della preparazione del business plan; quindi un’operazione straordinaria non è una priorità ad oggi.
Nel caso la banca non riuscisse a finalizzare la cosiddetta “soluzione strutturale”, il Capital Plan prevede un rafforzamento patrimoniale stimato in 2,5 miliardi. Lo scorso 31 maggio l’istituto, su richiesta della Consob, aveva fatto sapere che non c’erano aggiornamenti da segnalare in merito alla “soluzione strutturale o all’operazione di rafforzamento patrimoniale”. Inoltre, a fine luglio si conoscerà l’esito degli stress test.
Sullo sfondo, aggiunge Reuters, restano i potenziali rischi legali per circa 10 miliardi in capo all’istituto toscano e la debole performance operativa.
Intorno alle 11:30 a Piazza Affari il titolo sale dello 0,2% a 1,19 euro, mentre l’indice di settore sale dell’1,2 per cento.