Nuova fiammata delle quotazioni del greggio che mettono nel mirino quota 80 dollari, dopo che l’Opec+ ha terminato ieri il terzo giorno di colloqui senza raggiungere un accordo sul previsto ulteriore aumento della produzione a partire da agosto.
Il future sul Brent guadagna lo 0,4% a 77,5 dollari mentre quello sul Wti balza del 2% a 76,7 dollari, toccando nuovi massimi da ottobre 2018.
L’organizzazione ha rimandato a data da destinarsi la ripresa delle discussioni, con il fallimento delle trattative che al momento significa che l’output rimarrà sugli attuali livelli anche il prossimo mese.
Un’impasse che lascia il mercato senza le forniture necessarie di barili richieste dalla forte ripresa della domanda, alimentando il rischio di un ulteriore rally dei prezzi che fa temere per le crescenti pressioni inflazionistiche sull’economia globale.
L’Opec+ è entrata in crisi a causa dell’aggravarsi delle relazioni tra Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti, con questi ultimi che hanno bloccato la proposta per aumentare l’offerta, scatenando la reazione di Riyad e portando a un raro confronto pubblico tra membri dell’alleanza.
Ciò che accadrà nei prossimi giorni determinerà se l’interruzione dei colloqui potrebbe degenerare in un conflitto aspro come la guerra dei prezzi dello scorso anno, mettendo a repentaglio la stabilità della ripresa economica globale.