Mps – Ancora rumor sulla privatizzazione

Entro le prossime tre settimane (entro fine luglio) si potrebbe avere un quadro più chiaro sull’iter che il Tesoro, primo azionista di Mps con il 64,2% del capitale, intende seguire per la privatizzazione della banca senese.

Lo si apprende da MF, secondo cui sarebbero due le alternative sul tavolo: individuare uno o più potenziali partner a cui cedere la quota (sono circolati anche rumor su un possibile spezzatino), oppure, come opzione residuale, congelare il processo di privatizzazione per 18-24 mesi.

Proprio in merito alle tempistiche sull’uscita del Tesoro dal capitale, Guido Bastianini, Ceo della banca toscana, nel corso di un’audizione davanti alla Commissione Banche, ha affermato: “Il Governo nel 2017 quando ha negoziato con l’Europa l’aumento di capitale precauzionale della banca ha assunto una serie di impegni, tra i quali l’uscita dello Stato dal capitale entro il 2021.

Rispetto a questa uscita io non ho evidentemente informazioni salvo il fatto che la banca sta collaborando in maniera molto attiva con gli advisor del MEF per fornire loro ogni supporto in questa evenienza e ricordo anche che c’è un decreto del Presidente del Consiglio che individua la via della cessione della quota in Mps come impegno che ha ribadito il ministero dell’Economia e il Presidente del Consiglio all’epoca in carica”.

Il Ceo ha quindi spiegato che oltre alla prima data room aperta e alla quale per ora ha avuto accesso solo il fondo Apollo, c’è una seconda data room “dove vengono evase le richieste di informazione degli advisor del MEF, Bofa Merrill Lynch e lo studio legale Orrick”.