Usa – Previsto avvio in rosso dopo Powell e rallentamento crescita cinese

I futures sull’azionario Usa scambiano in negativo, preannunciando una partenza in ribasso a Wall Street in attesa in un mercato intento a valutare gli ultimi dati sull’inflazione, le trimestrali e la diffusione della variante delta del covid.

Ieri chiusura poco sopra la pari a Wall Street con lo S&P500 (+0,1%) che ha aggiornato il nuovo record ma solo intraday, in virtù del calo nella seconda parte della seduta. Anche il Dow Jones avanza solo decimo di punto percentuale, mentre il Nasdaq cede lo 0,2% ed il Russell continua invece a sprofondare (-1,6%).

Nel discorso di ieri al Congresso Usa il presidente della Fed, Jerome Powell, ha segnalato che è prematuro avviare una riduzione degli acquisti di bond da parte della banca centrale. Nonostante l’economia sia “in forte ripresa”, il mercato del lavoro “ha ancora molta strada da fare”. Parole piuttosto “dovish”, nonostante la maggior parte delle banche centrali mondiali abbiano iniziato ad assumere una view “hawkish”.

Il numero uno della Fed ha sottolineato infatti che ci sono “molti milioni di persone disoccupate” , ribadendo pertanto ancora una volta che “è troppo presto per avviare il tapering”.

Powell ha anche sottolineato che l’inflazione è ben al di sopra dell’obiettivo e che, nonostante i policy maker ritengano l’accelerazione dei prezzi temporanea, reagirebbero se quest’ultima si rivelasse persistentemente al di sopra del target del 2%.

Sul sentiment degli investitori pesano anche le indicazioni in arrivo dalla Cina che segnalano una ripresa economica in rallentamento. I dati hanno mostrato nel secondo trimestre 2021 un Pil in crescita del 7,9% su base annua, inferiore al +8,1% atteso dagli analisti e al +18,3% del periodo gennaio-marzo. L’Ufficio nazionale di statistica, nel rilevare che la crescita “non è ancora bilanciata”, ha affermato che su base congiunturale il Pil è salito dell’1,3%, oltre l’1,2% stimato alla vigilia.

Negli Usa, le nuove richieste settimanali di sussidi di disoccupazione si sono attestate a 360 mila unità, al di sopra delle 350 mila previste dal consensus e sostanzialmente in linea alla rilevazione precedente (386 mila unità).

Rimbalzo consistente nel pre-market per Netflix (+10%) complici rumors su una possibile apertura al business dei video giochi.