Il Tesoro, primo azionista di Mps con il 64,2% del capitale, entro la prima settimana di agosto potrebbe definire un documento di base da sottoporre ai potenziali acquirenti della banca senese per la privatizzazione dell’istituto. Potrebbe trattarsi di un passo decisivo per il futuro di Mps.
L’indiscrezione viene riportata da MF, secondo cui non si tratterà di un ultimatum o di una proposta non negoziabile, ma di un documento su cui si cercherà di trovare un accordo nel mese successivo.
In scia ai rumor, intorno alle 10:50 a Piazza Affari il titolo segna un rialzo del 4,7% 1,11 euro. L’indice di settore sale del 2 per cento.
Il tutto dovrebbe definire l’architettura dell’operazione (senza indicazione di numeri), stabilendo gli impegni che il MEF è disposto ad accollarsi,
In particolare, secondo il quotidiano, saranno sei i punti fondamentali alla base del documento: trasferimento o minimizzazione dei potenziali rischi legali in capo alla banca (circa 10 miliardi), pulizia dell’attivo attraverso la cessione di crediti problematici, conversione delle Dta in crediti fiscali, creazione di una dote patrimoniale adeguata, valutazione pre-money e post-money e trattamento delle risorse con possibile copertura dei costi di ristrutturazione.
L’intenzione del Tesoro è cedere tout court l’intero perimetro e non attraverso il cosiddetto spezzatino (il potenziale compratore in seguito potrebbe decidere di cedere determinati asset).
Il giornale aggiunge che, se non si arrivasse a un accordo entro metà settembre con un possibile compratore, potrebbero essere avviate le interlocuzioni formali con le autorità europee per chiedere una proroga sui tempi di uscita (attualmente la scadenza è fissata per fine 2021 in base agli accordi presi nel 2017).
Inoltre, secondo il quotidiano, la banca senese potrebbe annunciare in occasione della presentazione dei risultati (il prossimo 5 agosto) l’estensione dell’accordo con Anima sul risparmio gestito, in scadenza nel 2030.