Generali – Nuovi rumor sulla governance dopo il blitz di Caltagirone su Mediobanca

Dopo il blitz che ha portato Francesco Gaetano Caltagirone a salire al 3% del capitale di Mediobanca, con la possibilità di salire al 5% dopo l’estate in caso di esercizio di opzioni put, continuano a rincorrersi i rumor sulle potenziali ripercussioni che potrebbero esserci sulla governance di Generali, di cui lo stesso Caltagirone è lo stesso azionista con il 5,60% del capitale, dietro proprio a Mediobanca (12,93% del capitale).

Nella primavera 2022 l’assemblea di Generali voterà il rinnovo dell’organo amministrativo ma già da settembre potrebbero partire le discussioni tra i soci in vista dell’appuntamento.

Secondo quanto riporta Il Sole 24 Ore Caltagirone e Leonardo Del Vecchio, terzo azionista di Generali con il 4,82% del capitale e primo azionista di Mediobanca con il 18,9% del capitale (con possibilità di salire in prossimità del 20%), sarebbero a favore di una svolta per il gruppo assicurativo.

Secondo il quotidiano, i due imprenditori sarebbero favorevoli a una nuova figura di vertice che porti avanti tre linee guida: M&A per aumentare le dimensioni, digitalizzazione, ulteriore taglio dei costi e intercettazione delle risorse legati al Recovery Fund. Alcuni rumor di stampa parlano anche della figura di un possibile nuovo presidente con relazioni internazionali.

Tuttavia, Mediobanca appoggerebbe una riconferma dell’attuale Group Ceo, Philippe Donnet, in considerazione dei risultati raggiunti negli ultimi anno sul fronte della solidità patrimoniale e della redditività. Tuttavia, l’istituto sarebbe comunque aperta a valutare alternative, discutendone però all’interno del cda.

In base alle recenti modifiche apportate allo statuto, il cda uscente ha la facoltà di presentare una propria lista per il rinnovo dell’organo amministrativo, anche se Caltagirone non lo vedrebbero di buon occhio.

Secondo indiscrezioni riportate da La Repubblica, Caltagirone, Del Vecchio, i Benetton (azionisti di Generali con il 3,97% del capitale tramite Edizione) e la fondazione Crt (soci con l’1,6% del capitale) si starebbero preparando a chiedere a Donnet di non presentare il piano industriale per il triennio 2022-2024 (appuntamento fissato per il prossimo 15 dicembre), quale segno di sfiducia verso il manager. Si tratterebbe di una mossa per ora lasciata solo trapelare e non attuata, secondo il quotidiano.

Tuttavia il manager, nell’ambito del suo ruolo, dovrebbe portare avanti la stesura del piano industriale, che dovrebbe essere portato in cda tra ottobre e metà novembre. Starà poi i consiglieri approvarlo o meno.

Vari quotidiano non escludono che si possa iniziare a parlare della questione nel cda in programma il prossimo 2 agosto, che approverà i conti del primo semestre 2021, o nel cda previsto per settembre.

Intorno alle 10:30 a Piazza Affari il titolo Generali guadagna l’1% a 16,91 euro, mentre le azioni Mediobanca salgono dello 0,9% a 9,94 euro.