Intesa Sanpaolo ha aggiornato le regole per l’operatività creditizia del gruppo nel settore del carbone e di aver introdotto regole dedicate per il settore oil (petrolio) e gas non convenzionale. Le regole si applicano a tutte le società del gruppo e in tutti i Paesi in cui operano.
L’adozione di queste misure rappresenta per la banca un importante passo ulteriore per il contrasto al cambiamento climatico, nell’ambito di una pluriennale e articolata strategia di sostenibilità.
In particolare, con l’aggiornamento delle “Regole per l’operatività creditizia nel settore del carbone” il gruppo si impegna ad azzerare entro il 2025 la quota di servizi finanziari verso controparti appartenenti al settore dell’estrazione del carbone. Vengono inoltre rivisti e rafforzati limiti ed esclusioni previsti per il settore della generazione di energia elettrica da carbone, dando rilievo ai piani di transizione delle aziende operanti in tale settore.
Le “Regole per l’operatività creditizia nel settore oil&gas non convenzionale” introducono limiti ed esclusioni in relazione alle risorse «shale oil & gas», «tar sands» e «tight oil&gas», che sono ottenute con tecniche non convenzionali e la cui estrazione genera maggiori emissioni di gas serra rispetto alle risorse estratte con tecniche convenzionali, determinando maggiori impatti ambientali.
La policy esclude anche l’esplorazione e l’estrazione in aree geografiche caratterizzate da ecosistemi fragili, ad esempio l’Artico o l’Amazon Sacred Headwaters.
Il gruppo si impegna ad azzerare le esposizioni collegate a risorse non convenzionali entro il 2030.
Il gruppo sosterrà le aziende nella transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio, anche attraverso finanziamenti finalizzati alla produzione di energia da fonti rinnovabili, ad esempio nella forma di “green loan”, “sustainable loan”, “transition loan”, “acquisition/project transition financing”.