Nei primi sei mesi del 2021 TIM ha registrato ricavi totali per 7.567 milioni, in flessione del 2,5% rispetto al primo semestre 2020 ma in progresso dello 0,5% in termini organici.
La variazione organica è calcolata escludendo l’effetto negativo delle variazioni dei tassi di cambio (-262 milioni), le variazioni del perimetro di consolidamento (INWIT, -3 milioni) nonché le componenti non ricorrenti. In particolare, il primo semestre 2020 scontava rettifiche di ricavi non ricorrenti per -37 milioni connesse alle iniziative commerciali a supporto della clientela per il contrasto dell’emergenza Covid-19.
Le attività domestiche riportano una variazione organica negativa, esclusi i non ricorrenti, dello 0,4% mentre Tim Brasil (che pesa per il 19,6% dei ricavi totali) mostra un incremento del 6,6%.
L’Ebitda di Gruppo scende a 2.770 milioni (-3,7% in termini organici), mentre l’Ebitda organico al netto della componente non ricorrente si attesta a 3.217 milioni, con un’incidenza sui ricavi del 42,5% (3.339 milioni nel primo semestre 2020, Ebitda margin del 44,3%).
L’Ebit si è sostanzialmente dimezzato, da 1,042 a 501 milioni, ma il reddito operativo organico è pari a 948 milioni (1.065 milioni di euro nel 1H 2020) con un’incidenza sui ricavi del 12,5% (14,1% nel 1H 2020).
Il risultato netto del primo semestre 2021 attribuibile ai Soci della Controllante è negativo per 137 milioni (positivo per 678 milioni nel periodi di confronto). Escludendo l’impatto delle partite non ricorrenti il risultato netto del primo semestre 2021 è pari a 207 milioni (336 milioni nel 1H 2020).
L’indebitamento finanziario netto rettificato ammonta a 22.072 milioni al 30 giugno 2021, in diminuzione di 1.254 milioni rispetto al 31 dicembre 2020. La riduzione indotta dalla generazione di cassa operativa, ottenuta anche con ottimizzazione del capitale circolante, e dalla conclusione dell’acquisto da parte di KKR Infrastructure del 37,5% di FiberCop da TIM per un controvalore di 1.758 milioni, è stata parzialmente contenuta dai pagamenti dei dividendi (336 milioni), della sanzione (116 milioni) connessa a un procedimento Antitrust, dell’imposta sostitutiva del valore allineato dell’attivo (231 milioni) e per la proroga dei diritti d’uso delle frequenze in banda 2100 Mhz (240 milioni).
Nel solo secondo trimestre Tim ha realizzato ricavi per 3,8 miliardi, in aumento dell’1% rispetto al secondo trimestre 2020. In crescita anche i ricavi della telefonia fissa domestica (+0,2%). L’Ebitda organico di Gruppo nel trimestre si è attestato a 1,6 miliardi (-5,8%) e quello della Business Unit Domestic a 1,3 miliardi (-8,4%). Il risultato netto attribuibile ai Soci della Controllante si è attestato a 0,1 miliardi nel trimestre.
Per quanto riguarda la rete in fibra continua lo sviluppo della rete Ftth di FiberCop, partecipata da Tim al 58%, che nel mese di giugno ha coperto 310 mila nuove unità immobiliari, con un incremento del 15% nel semestre, portando la banda ultralarga al 93% delle linee fisse.
In linea con gli obiettivi del piano Beyond Connectivity le factory del gruppo (Noovle, Olivetti, Telsy), su un percorso che le porterà a più che raddoppiare i ricavi da servizi innovativi entro il 2023.