La pandemia impatta sui conti di IVS ed il rosso si ripresenta anche a fine marzo 2021. I ricavi del primo trimestre scendono così del 21% a 79,5 milioni, mentre l’Ebitda si dimezza a 14 milioni (-37% l’Ebitda adjusted) ed il periodo chiude con un deficit di 2,2 milioni, rispetto agli 8,7 milioni di utile di fine marzo 2020 (1,8 milioni l’utile adjusted). La crisi, spiega il management, potrebbe però tradursi in una opportunità e questo in particolare grazie alla strategia di sviluppo esogeno che il gruppo intende perseguire anche all’estero.
Modello di Business
IVS (International Vending Services) Group (con sede a Lussemburgo) opera da anni nel settore del foodservice, in particolare nel mercato dei distributori automatici di bevande calde, fredde e snack, dove è leader in Italia e secondo operatore in Europa.
L’attività core del vending si svolge prevalentemente in Italia (principale mercato di riferimento), Francia, Spagna e Svizzera. Il gruppo del vending serve più di 15.000 clienti privati (grandi e piccole imprese), enti pubblici e luoghi di transito passeggeri e di viaggio, attraverso una rete di 88 filiali e un parco di oltre 220 mila distributori automatici e semiautomatici, che erogano più di 600 milioni di consumazioni (dato a fine 2020).
Ultimi Avvenimenti
Proseguendo lungo il percorso di crescita esogena, che ha portato il gruppo a realizzare dal 2007 oltre 150 acquisizioni, a inizio aprile la controllata IVS Italia ha acquisito il 70% di IVS H24. La società è nata dal conferimento del ramo d’attività di vending H24 da parte di DAI 24 ed è operativa nella zona di Genova con una rete di 11 negozi automatici e un fatturato a regime normale di oltre 1 milione.
A metà aprile ha invece firmato un accordo preliminare per l’acquisizione del ramo d’azienda vending di Dorando Service Srl, attiva in Emilia Romagna.
Il gruppo, inoltre, conferma l’attitudine ad offrire servizi sempre più completi ai propri clienti e la capacità di innovazione anche nei servizi di pagamento e nella moneta fisica e digitale. In maggio IVS ha infatti attivato sui propri distributori automatici la procedura per consentire ai clienti di partecipare al programma di Cash-back di Stato ed al sorteggio dei premi della Lotteria degli scontrini. La partecipazione è possibile tramite l’utilizzo della App di pagamento mobile CoffeecApp, attiva sui distributori automatici aderenti al circuito Venpay ed appartenenti ai gestori convenzionati.
Nello stesso ambito, a inizio febbraio, ha firmato con Enel X Financial Services e PayTipper un memorandum d’intesa (non vincolante per le parti), finalizzato allo sviluppo di diversi accordi di collaborazione nell’ambito dei servizi e dei sistemi di pagamento. In particolare, il memorandum prevede che le parti collaborino per l’abilitazione all’utilizzo dei sistemi di pagamento di Enel X Financial Services (carte di credito e App Enel X Pay) sulla rete dei distributori automatici di IVS Group in Italia, Spagna, Francia e Svizzera.
Inoltre IVS Group, Enel X Financial Services e PayTipper valuteranno la possibile fruizione, sulla rete dei distributori di IVS Group, di servizi di pagamento a valore aggiunto, quali il pagamento di bollettini, PagoPA, MAV/RAV, nonché la ricarica dei sistemi di pagamento di Enel X Financial Services mediante il versamento anche di piccole somme di contante (monete e banconote di piccolo taglio), presso gli accettatori installati sulla capillare rete di distributori automatici di IVS Group.
Conto Economico
In scia all’andamento dell’ultimo trimestre 2020, la prima parte del 2021 è stata penalizzata dalla chiusura di segmenti di clientela, come scuole e università e dalle ridotte presenze in luoghi pubblici e di viaggio come metropolitane, stazioni ferroviarie e aeroporti, che incidono fortemente sui volumi, fatturato, e redditività.
Inoltre, il confronto con il pari periodo 2020 è particolarmente penalizzante, in quanto gennaio e febbraio non avevano ancora registrato i gravi effetti della pandemia, intensificatisi da marzo.
In questo contesto, il fatturato del gruppo a fine marzo 2021 diminuisce del 21% a 79,5milioni (di cui 70,1 milioni derivanti dall’attività caratteristica del vending, rispetto agli 88,3 milioni del pari periodo 2020), con un calo evidenziato in tutti mercati di operatività (Italia, Francia, Spagna e Svizzera).
Il prezzo medio delle erogazioni è sceso a 45,8 centesimi, da 47,7 centesimi dell’analogo periodo 2020 (-3,4%). Il cui calo non è dovuto ad effettive riduzioni dei prezzi unitari, ma alla differenza nel mix di prodotti venduti e dei luoghi dove avvengono le consumazioni.
Sul fronte dei margini, l’Ebitda, che nel 2020 beneficiava 8 milioni di provento straordinario relativo al rimborso delle sanzioni Antitrust, è diminuito del 50% a 14 milioni, mentre su base adjusted (al netto di costi non ricorrenti) si attesta a 13,6 milioni, con una contrazione del 37%. L’Ebit si tinge di rosso per 904mila euro, rispetto ai 12,8 milioni di utile di fine marzo 2020;-1,4 milioni l’Ebit adjusted al 31/3/21 e utile adjusted di 6,1 milioni al 31/3/20.
Il periodo chiude con un deficit di 2,2 milioni, rispetto agli 8,7 milioni di utile di fine marzo 2020. Il risultato netto adjusted segna una perdita di 2,5 milioni e si confronta con l’utile di 1,8 milioni di un anno prima.
Analogo andamento aveva caratterizzato il 2020, penalizzato dagli effetti della diffusione pandemica. Il fatturato è diminuito del 29% a 329,9 milioni (di cui 284,8 milioni derivanti dall’attività caratteristica del vending, rispetto ai 417 milioni di fine 2019), con un calo in tutte le aree geografiche di operatività.
Le 6 acquisizioni portate a termine nell’anno hanno contributo per 1,8 milioni.
L’Ebitda pari a 69,8 milioni segna un calo del 33,4%. Pari a 61,9 milioni (-41%), l’Ebitda adjusted, al netto di un provento straordinario per la restituzione parziale della sanzione Antitrust pagata in anni precedenti per circa 8 milioni e altri costi e proventi non ricorrenti, con una marginalità al 18,8%.
Il 2020 chiude con una perdita netta pari a 15,3 milioni e a 6,3 milioni a livello di deficit adjusted, che si confrontano, rispettivamente, con un utile di 19,7 milioni e 26,3 milioni del 2019. Sul risultato ha inciso oltre la minore redditività operativa e componenti straordinarie, la svalutazione dell’avviamento per 18,8 milioni.
Stato Patrimoniale
Sul fronte patrimoniale nel periodo diminuisce progressivamente l’indebitamento finanziario netto, pari a 337,7 milioni (inclusi 49,5 milioni derivanti dall’applicazione dell’IFRS 16 riferito alle lease liability) a fine marzo 2021, rispetto ai 353,8 milioni di fine 2020 (386 milioni nel 2019).
In un anno particolarmente complesso il gruppo ha generato flussi di cassa positivi e sostenuto investimenti per 6,5 milioni, seppure in deciso rallentamento rispetto agli anni precedenti (oltre 20 milioni nel 2020).
Le perdite conseguite hanno invece ridotto il patrimonio netto del gruppo a 311,4 milioni (313,3 milioni e 328,6 milioni rispettivamente nel 2020 e 2019).
Outlook
In un contesto di mercato difficile per il settore del vending, “IVS Group ha rallentato o sospeso i maggiori programmi di investimento, ma ha accelerato, senza sostenere significativi investimenti, lo sviluppo di nuove attività potenzialmente interessanti, sia nel campo del food delivery, sfruttando la piattaforma logistica e IT del vending, sia in business ancillari, con l’obiettivo di sviluppare e valorizzare, anche tramite partnership, la rete e le competenze di cui il gruppo dispone”.
Come spiega il management, “la crisi da Covid ha innescato cambiamenti profondi nello scenario europeo del vending, in termini di accelerazione del processo di consolidamento e delle modalità di gestione di prodotti e servizi, che potranno tramutarsi in opportunità. IVS ha quindi proseguito l’analisi di possibili combinazioni di crescita per via esterna in Italia e all’estero”.
Borsa
Le azioni IVS Group scambiano in area 6 euro, con un rialzo del 6% rispetto a inizio 2021, dopo aver segnato il minimo di periodo a 5,18 euro il 29 gennaio e il massimo a 6,76 euro il 6 aprile, in scia alla notizia dell’acquisizione del 70% di IVS H24, mentre nelle ultime 52 settimane ha registrato un guadagno del 24%. In entrambe i casi, tuttavia, sottoperformato il Ftse Italia Star che ha guadagnato rispettivamente il 27% e il 59%.