Generali ha chiuso il primo semestre 2021 con premi lordi per 38.093 milioni (+5,5% a/a). Il risultato operativo è cresciuto a 2.996 milioni (+10,4%), l’utile netto di pertinenza del gruppo ha raggiunto 1.540 milioni (+99%).
“Gli eccellenti risultati di oggi confermano che siamo pienamente in linea per raggiungere gli ambiziosi obbiettivi dell’attuale piano “Generali 2021″, anche in questo contesto molto sfidante. La crescita significativa realizzata nei primi sei mesi dell’anno rafforza la posizione di Generali come leader europeo, grazie alla nostra eccellenza operativa, all’accelerazione della nostra innovazione digitale e alla qualità delle nostra rete di distribuzione”.
È con queste parole che Philippe Donnet, Group Ceo di Generali, ha commentato i risultati del primo semestre 2021.
“Continueremo ad andare avanti focalizzandoci ancora di più sulla nostra ambizione di essere partner di Vita, facendo leva sull’entusiasmo, la passione e l’energia dei nostri 72.000 colleghi e 165.000 agenti presenti in tutto il mondo, e aspettiamo l’Investor day del prossimo 15 dicembre per presentare il nuovo piano”, ha aggiunto il manager.
Il gruppo è pienamente in linea con gli obiettivi dell’anno e per completare con successo il piano strategico “Generali 2021”.
La raccolta premi lordi si è fissata a 38.093 milioni (+5,5% a/a), grazie agli andamenti positivi in entrambi i segmenti di attività.
Il ramo vita ha registrato premi per 25.791 milioni (+5,8%), grazie in particolare allo sviluppo positivo dei prodotti unit-linked (+8,1%). In miglioramento anche le linee puro rischio e malattia (+4%) e la linea risparmio (+2%).
Il ramo danni ha riportato premi pari a 12.301 milioni (+4,9%), per effetto della crescita sia del comparto auto (+4,7% a 4.520 milioni) che di quello non auto (+4,9% a 7.273 milioni). Il Combined ratio è rimasto sostanzialmente stabile all’89,7% (+0,2 p.p. rispetto al periodo di confronto), principalmente per il maggior impatto dei sinistri catastrofali cha hanno inciso per 2 p.p. (1,1 p.p. nel primo semestre 2020).
Il risultato operativo si è attestato a 2.996 milioni (+10,4%). Il risultato operativo del ramo danni è sceso a 1.256 milioni (-3,6%), mentre nel segmento vita è aumentato a 1.442 milioni (+5,4%).
L’asset management ha apportato 306 milioni (+39,6%), principalmente a seguito dell’aumento dei ricavi operativi a 506 milioni (+20,3%) grazie al crescente aumento delle masse in gestione.
A fine giugno 2021 le masse si fissano a 563,4 miliardi (+0,4% rispetto a fine 2020), al cui interno quelle di terzi aumentato a 113,4 miliardi (+9,1% rispetto al 31 dicembre 2020), di cui 7,8 miliardi derivanti dagli accordi del 2020 stipulati con Cattolica Assicurazioni. Il tutto grazie al contributo derivante dalla raccolta netta positiva per 8,6 miliardi e al buon andamento dei mercati finanziari.
Il periodo si è chiuso con un utile netto di pertinenza del gruppo di 1.540 milioni (+99%), in significativo aumento grazie anche alle minori svalutazioni su investimenti classificati, all’aumento dei profitti di realizzo derivanti dal comparto azionario e per i 67 milioni derivanti dall’operazione immobiliare sulla Torre Libeskind.
L’utile netto normalizzato è pari a 1.540 milioni (+61,1%).
Dal lato patrimoniale, al 30 giugno 2021 il patrimonio netto consolidato di pertinenza del gruppo scende a 30.165 milioni (31.794 milioni al 31 dicembre 2020). La variazione è ascrivibile alla diminuzione della riserva per utili attribuibili alle attività finanziarie disponibili per la vendita per 1.014 milioni, derivante principalmente dall’andamento dei titoli governativi, dalla deduzione dell’intero dividendo approvato per complessivi 2.315 milioni, di cui 1.591 milioni relativi al dividendo 2020 erogato il 26 maggio 2021.
Sul fronte della solidità patrimoniale, al 30 giugno 2021 il Regulatory Solvency ratio è pari al 231% (224% a fine 2020). L’incremento di 7 p.p è ascrivibile all’eccellente generazione normalizzata di capitale supportata sia dal valore della nuova produzione nel segmento vita sia della redditività dell’attività di sottoscrizione del segmento danni. Questi effetti hanno più che compensato gli impatti alle modifiche regolamentari avvenuti ad inizio anno.