Ulisse Biomed (Aim) – Un modello di business innovativo e dalle interessanti prospettive

Ulisse Biomed, pronta a debuttare il prossimo 6 agosto sul mercato Aim di Borsa Italiana, è una  società healthcare biotech attiva nei settori della diagnostica, teranostica e nel campo terapeutico nonché abilitata alla progettazione, produzione e vendita di dispositivi medico-diagnostici in vitro. L’azienda fondata dai due ricercatori (PHD alla Normale di Pisa), Bruna Marini e Rudy Ippodrino e basata nell’Area Science Park a Trieste, dispone di portafoglio prodotti innovativo e competitivo basato sulle tre piattaforme tecnologiche Sagitta (diagnostica), NanoHybrid (teranostica e diagnostica) e Aptavir (terapeutica).

Uno sguardo sul modello di business
Matteo Petti, CEO di Ulisse Biomed

“Ulisse Biomed è una healthcare biotech e intellectual property company attiva nei settori della diagnostica, teranostica e nel campo terapeutico, che si è concentrata sin dalla sua fondazione nel 2015 in un’intensa attività di ricerca e sviluppo, attività nella quale ha investito ad oggi circa 5,5 milioni”, come spiega il CEO Matteo Petti, in un’intervista rilasciata a Market Insight.

“Risorse che”, aggiunge Petti, “sono state reperite per circa 5 milioni mediante aumenti di capitale sottoscritti dai propri soci e per circa 0,5 milioni mediante grants (i grants concessi ammontano in totale a circa 1,5 milioni, rendicontati ed incassati per circa 0,5 milioni. Inoltre la società vanta crediti d’imposta per ricerca e sviluppo per circa 270mila euro).

“Attività e investimenti”, prosegue Petti, che hanno portato Ulisse Biomed,“allo sviluppo di tre piattaforme tecnologiche proprietarie in grado di generare prodotti innovativi e competitivi: Sagitta (diagnostica), NanoHybrid (teranostica e diagnostica) e Aptavir (terapeutica)”.

“Ulisse Biomed”, aggiunge l’AD, “è titolare di un portafoglio di intellectual properties costituito da 8 domande di brevetto internazionali (3 relative a Sagitta, 2 relative a NanoHybrid, 1 relativa a Aptavir e 2 trasversali alle tre piattaforme), due dei quali concessi in Italia ed in Europa, che coprono le tre piattaforme tecnologiche”.

La piattaforma Sagitta e l’accordo con Menarini

“La piattaforma Sagitta”, afferma Petti, “rientra nell’ambito della diagnostica molecolare basata su tecnologia PCR con approccio innovativo a tale consolidata tecnologia, che permette di realizzare test molto accurati e che genotipizzano, ovvero che identificano le straino varianti dei target, in maniera nativa tramite l’analisi delle curve di melting ad alta risoluzione”.

“Sagitta permette di realizzare test molecolari utili per l’identificazione di patogeni in campioni biologici facendo leva su una tecnologia di diagnostica molecolare caratterizzata da elevata sensibilità (minor rischio di falsi negativi) e specificità (minor rischio di falsi positivi)”.

“Il tutto unitamente ad elevate capacità di multiplexing, ovvero di identificare un alto numero di patogeni in un’unica reazione”, sottolinea Petti, “grazie alla possibilità di discriminare contemporaneamente in una singola reazione fino a 20 target diversi, rispetto a numero da uno a sei per reazione dei test per PCR tradizionali”.

“Inoltre tramite l’utilizzo di un reagente da noi sviluppato, Ulisse Faster”, aggiunge l’AD, “l’analisi diagnostica può essere anche effettuata  da campione crudo, ovvero direttamente dal campione biologico prelevato senza ricorrere al pretrattamento finalizzato all’estrazione e purificazione del DNA/RNA, un processo dispendioso in termini di tempo e costo”.

“La nostra attività si è focalizzata sullo sviluppo di test molecolari relativi a malattie respiratorie, malattie sessualmente trasmissibili, malattie infettive e all’oncologia”.

“I test possono essere poi prodotti direttamente da noi o essere realizzati da terzi tramite contratti di trasferimento tecnologico come quello siglato nel giugno 2020 con A. Menarini Diagnostics finalizzato alla produzione e commercializzazione di CoronaMelt, test diagnostico per il Sars-CoV-2”.

“Ad aprile”, spiega Petti, “Menarini Diagnostics ha avviato la produzione di CoronaMelt e ne ha ufficializzato il lancio lo scorso 30 aprile. Un nuovo accordo relativo a CoronaMelt Var, test in grado di identificare la variante del Sar-CoV-2 presente nel campione e la possibilità di aggiornamento per nuovi varianti del Sar-CoV-2 sottoscritto a maggio”.

“Menarini Diagnostics ha allestito, per supportare il lancio di CoronaMelt e CoronaMelt Var, un apposito impianto per la produzione di reagenti per diagnostica molecolare”.

La tecnologia NanoHydrid

“La seconda particolarmente innovativa piattaforma tecnologica proprietaria”, afferma Petti, “è denominata NanoHybrid, che permette di creare sistemi diagnostici e teranostici nell’ambito della medicina personalizzata e si basa su nano interruttori, strutture sintetiche nanotecnologiche in grado di rilevare istantaneamente biomarcatori proteici in matrici biologiche complesse (ad es. siero sanguigno)”.

“NanoHybrid è utile ad esempio nel monitoraggio dei farmaci di natura biologica come gli anticorpi monoclonali, farmaci biologici molto costosi e dai gravi effetti collaterali, impiegati prevalentemente in terapia oncologica, il cui corretto dosaggio costituisce la chiave per somministrare una terapia efficacie e sicura senza spreco di risorse”.

“Essendo pertanto necessario massimizzarne l’efficacia del farmaco, NanoHybrid può migliorare il trattamento dei pazienti con farmaci biologici minimizzando i sottodosaggi (mancata efficacia della terapia) ed i sovradosaggi (effetti collaterali e spreco di risorse) fornendo una veloce e precisa analisi di natura quantitativa”.

“Inoltre NanoHybrid”, sottolinea il CEO, “costituisce ad oggi una tecnologia unica sul mercato e una valida alternativa agli assays ELISA (Enzyme Linked Immuno-Sorbent Assay) ed ai lateral flow test rapidi (ad es. i test di gravidanza), con importanti vantaggi in termini di costo, in di risparmio di tempo, scarsa necessità di interventi manuali, possibilità di creare strumenti portatili (point of care) e performance ottimali a livello quantitativo e di accuratezza”.

“Il nostro obiettivo”, conclude Petti, “è di arrivare a un test menù per 10-12 anticorpi monoclonali più diffusi in oncologia, malattie degenerative e malattie croniche dell’intestino. Parte delle risorse che verranno raccolte con l’Ipo verrà usato per la validazione clinica e la marcatura CE di questi nuovi nanointeruttori, ognuno per un anticorpo monoclonale differente”.

La piattaforma Aptavir 

“La terza piattaforma altrettanto innovativa di Ulisse Biomed”, afferma l’AD,“è Aptavir, utileper la selezione e la produzione di aptameri, molecole sempre basate su DNA, che hanno capacità di inibire la capacità virale di determinati patogeni”.

“La nostra azienda ha sviluppato aptameri per il trattamento e la prevenzione di HPV cutaneo e tale tecnologia può essere impiegata per produrre aptameri volti alla prevenzione e trattamento di qualsiasi patogeno.

“Ulisse”, prosegue l’AD, “prevede di sviluppare un aptamero finalizzato alla prevenzione e trattamento del Sars-CoV-2,da  integrare ad esempio in uno spray nasale”.

“Infine”, conclude Petti, “gli aptameri potrebbero costituire degli additivi per prodotti farmaceutici e dispositivi medici per potenziarne le capacità terapeutiche”.

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