Banca Ifis – Utile netto per 48,3 mln nel 1H 2021

Banca Ifis ha archiviato il primo semestre 2021 con un margine di intermediazione pari a 292,6 milioni (+37,5% a/a), beneficiando sia di miglior performance nel settore Npl sia della dinamicità del settore Commercial & Corporate Banking. I ricavi raggiungono il massimo storico al netto della PPA (277 milioni).

Il margine di intermediazione del segmento Npl è salito a 123,2 milioni (+68,8%), mentre quello relativo al settore Commercial & Corporate Banking è cresciuto a 139,5 milioni (+31,5%). Il margine di intermediazione del settore Governance & Servizi e Non Core si è fissato a 30,7 milioni (-11%).

Il margine di interesse è aumentato a 233 milioni (+37,3%), mentre le commissioni nette sono cresciute a 40,9 milioni (+2,6%).

Dopo oneri operativi saliti a 178,2 milioni (+14,6%) per maggiori costi variabili legati all’attività legale del settore Npl, l’ingresso nel perimetro di Farbanca e nuove progettualità ICT, il risultato lordo di gestione si è fissato a 114,5 milioni (+99,8%).

Dopo avere contabilizzato rettifiche su crediti scese a 42,6 milioni (-27,8%; inclusi accantonamenti per 9 milioni nel portafoglio Npl e 5 milioni su crediti per gli effetti di lungo termine legati al Covid-19, il periodo si è chiuso con un utile netto di 48,3 milioni (+31,5%; il primo semestre 2020 includeva la plusvalenza straordinaria di 24,2 milioni e il relativo effetto fiscale per la cessione dell’immobile milanese di Corso Venezia).

A livello patrimoniale, al 30 giugno 2021 i crediti verso la clientela si fissano a 9,9 miliardi (+8,1% rispetto a fine 2020), mentre la raccolta da clientela ammonta a 5,9 miliardi (+7,5% rispetto al 31 dicembre 2020).

Sul fronte della solidità patrimoniale, a fine giugno 2021 il CET1, senza considerare gli effetti del consolidamento nella controllante La Scogliera, si fissa al 15,51% (15,47% al 31 dicembre 2020).

Banca Ifis, per il 2021, stima ricavi tra 540-560 milioni e un utile netto tra 80-90 milioni.

Le guidance sono state predisposte assumendo il progressivo miglioramento del contesto macroeconomico, nessuno shock dovuto a nuovi lockdown negli Stati Uniti, in Europa o in Italia, e il continuato supporto dei governi e delle banche centrali alla ripresa economica.