Per quanto riguarda una possibile operazione di M&A, “stiamo lavorando intorno al piano industriale che termineremo per fine anno o all’inizio del prossimo, valuteremo tutte le opzioni”.
Lo ha affermato nel corso della conference call sui risultati Piero Luigi Montani, Ceo di Bper.
L’integrazione degli ex sportelli Ubi “è riuscita bene ma dobbiamo lavorare ancora tanto, non sulle sinergie di costo ma sulle sinergie di ricavi. Questa oggi per noi è la priorità assoluta, non stiamo pensando ad altre operazioni. È peraltro vero che il mercato sta andando avanti e potremo essere coinvolti in un processo di M&A”, ha aggiunto il manager.
“Se sarà così, valuteremo la convenienza per la banca e per gli azionisti e in caso positivo “sicuramente saremo in grado di poter procedere a un’altra aggregazione, non ci sottrarremo”, ha sottolineato il Ceo.
In merito ai possibili target, “Carige tenderei al momento a escluderla perché ha ancora dei problemi che devono essere risolti. Un po’ la conosco perché ci sono passato”, ha riportato ancora Montani.
Per il resto, “di banche delle nostre dimensioni sono rimaste la Popolare di Sondrio, Banco Bpm e Mps. Quindi ce ne sono tre, fondamentalmente, ed è chiaro che negli scenari futuri è probabile che si siano aggregazioni in questo senso. Sono convinto che ci sarà sempre un’opportunità di aggregazione che potrà essere interessante e sarà difficile che potremo rimanere fuori da un processo di questo genere’. Ma anche “nello scenario, molto remoto, in cui dovessimo rimanere da soli, saremo in condizione di poter reggere il mercato”, ha fatto presente Montani.
“Il primo semestre ha visto la conclusione dell’importante progetto strategico che ha consentito al gruppo Bper di compiere un significativo salto dimensionale grazie all’ingresso delle 620 filiali del ramo acquistato da Intesa Sanpaolo, il cui processo di integrazione si è completato con successo”, ha spiegato il manager.
L’operazione sulle filiali di Ubi “ha portato a un significativo rafforzamento del posizionamento competitivo del gruppo e consente ora di focalizzarci sullo sviluppo dell’attività commerciale, per rispondere alle crescenti esigenze della clientela, e sulle azioni di efficientamento dei processi operativi e di razionalizzazione della struttura dei costi. Obiettivi che saranno alla base del nostro piano industriale 2022-2024, che traccerà la strategia per una nuova fase di crescita”, ha aggiunto Montani.
“La banca sta lavorando con 1.853 sportelli, che forse sono eccessivi perché, con l’operazione di digitalizzazione che dovremo fare, potremo lavorare con molti meno sportelli. E abbiamo 18 mila dipendenti, che sono parecchi e dovremo ridurli, e questo lo prenderemo in considerazione nel piano industriale”, ha sottolineato l’Ad.