Credem ha archiviato il primo semestre 2021 con un margine di intermediazione pari a 639,8 milioni (+11% a/a).
Il margine finanziario è salito a 234,1 milioni (+2,6%), mentre quello da servizi è cresciuto a 405,7 milioni (+16,5%); le commissioni nette sono ammontate a 316,2 milioni (+12,8%). Il contributo dell’attività finanziaria ha raggiunto 47,6 milioni (+49,2%). Il risultato dell’attività assicurativa del ramo vita si è fissato a 30,5 milioni (+24%).
Dopo oneri operativi saliti a 385 milioni (+10,7%), il risultato lordo di gestione si è fissato a 254,8 milioni (+11,5%).
Il periodo si è chiuso con un utile netto di 136,4 milioni (+75,1%), dopo avere contabilizzato rettifiche su crediti scese a 15,2 milioni (-70,9%; dovuto al miglioramento delle stime macroeconomiche che ha permesso un importante recupero sulla componente dei crediti performing. Tale effetto, combinato con l’assenza di deterioramento nel portafoglio crediti, ha permesso di registrare per la prima volta un costo del credito annualizzato negativo pari a -10 pb) e 16,8 milioni oneri legati all’integrazione con Cassa di Risparmio di Cento.
A livello patrimoniale, al fine giugno 2021 i crediti verso la clientela salgono a 35,4 miliardi (+3% rispetto a fine 2020), mentre la raccolta da clientela cresce a 34 miliardi (+2,9% rispetto al 31 dicembre 2020).
I crediti deteriorati netti al 30 giugno 2021 sono pari a 377,5 milioni, mentre quelli lordi a 798,1 milioni.
Sul fronte della solidità patrimoniale, a fine giugno 2021 il CET1 si fissa al 15,99% (15,6% al 31 dicembre 2020).
Per il gruppo Credem relativamente alla gestione caratteristica della seconda parte dell’esercizio corrente si possono ipotizzare condizioni in lieve miglioramento rispetto a quelle osservate a inizio 2021, anche se i risultati del primo semestre non sono proiettabili in modo lineare, in particolare per il contributo dell’area finanza e la dinamica del costo del credito.
Non sono al momento prevedibili eventi straordinari, oltre agli elementi di incertezza esterni ed interni evidenziati, in grado di modificare nella sostanza la dinamica economica del secondo semestre.