Proseguono i rumor sui possibili asset di Mps che potrebbero essere rilevati da UniCredit.
L’ultimo in ordine di tempo viene riportata da Reuters, secondo cui il debito subordinato di Mps, colpito dalle vendite dopo il downgrade di Dbrs, potrebbe finire in capo a UniCredit nell’ambito dell’accordo, in via di definizione, per l’acquisto di “parti selezionate” della banca toscana, che permetterà al Tesoro di ridurre la sua quota del 64,2 per cento.
Secondo quanto si apprende da Bloomberg, invece, in caso di finalizzazione dell’accordo, la quota che il Tesoro otterrebbe in UniCredit potrebbe essere priva dei diritti di voto o, in alternativa, il MEF potrebbe ricevere un bond convertibile.
La settimana scorsa il Ministro dell’Economia, Daniele Franco, aveva affermato che l’eventuale presenza pubblica nell’azionariato di UniCredit non altererà gli equilibri di governance della banca.
Per quanto riguarda l’entità della quota che il Tesoro potrebbe ricevere, molto dipenderà dalla definizione del perimetro e del concambio del deal. MF riporta che tale quota potrebbe aggirarsi tra il 3-5% del capitale e avrebbe in capo solo diritti patrimoniali (ricezione del dividendo).
Tornando al possibile perimetro da selezionare, UniCredit ha avviato da pochi giorni la due diligence sugli asset dell’istituto senese e, secondo quanto si apprende da MF, si sta avvalendo della consulenza di Kpmg e Deloitti e dello studio legale Cappelli RCCD per l’analisi del portafoglio crediti da 80 miliardi in capo a Mps, mentre una fairness opinion finale potrebbe essere rilasciata da una grande investment bank internazionale (Citigroup o Morgan Stanley).
Intorno alle 10:00 a Piazza Affari le azioni UniCredit guadagnano lo 0,6% a 10,56 euro, mentre i titoli Mps cedono lo 0,3% a 1,18 euro. L’indice di settore sale dello 0,5 per cento.