Il Gruppo ha archiviato il primo semestre 2021 con risultati record, frutto dell’effetto combinato di un contesto di mercato molto favorevole e dei progetti a sostegno della crescita organica posti in essere dal management. L’effetto leva operativa e il pieno sfruttamento della capacità produttiva hanno più che compensato l’aumento dei prezzi delle materie prime, consentendo un miglioramento della marginalità. Il management ha quindi alzato le stime sul fatturato 2021 per la quarta volta in sei mesi, anticipando i target previsti nel piano industriale al 2023 anche alla luce dell’accelerazione degli investimenti in capacità produttiva.
“L’assoluta eccellenza dei risultati conseguiti nel primo semestre confermano la validità del nostro Piano Industriale e la forza dell’azienda, capace di cogliere pienamente le opportunità offerte dall’attuale fase di mercato molto positiva”.
Così commenta l’Amministratore delegato di Sabaf, Pietro Iotti, i conti record dei primi sei mesi del 2021, che hanno visto i ricavi crescere del 76% a 138 milioni e un Ebitda in aumento del 142% a 32 milioni, mentre l’utile netto è passato dai 2,4 milioni del 1H20 a 16,7 milioni.
Dati che hanno beneficiato anche della forte accelerazione del secondo trimestre, chiuso con ricavi più che raddoppiati a 73 milioni e un Ebitda più che triplicato a 17 milioni, segnando il quarto trimestre di forte crescita progressiva ed evidenziando un ulteriore incremento di oltre il 12% rispetto ai tre mesi precedenti.
Lo scenario di mercato positivo e la messa a terra dei progetti di sviluppo organico hanno infatti consentito non solo un deciso miglioramento rispetto allo scorso anno, che rappresenta una base di confronto favorevole per effetto del lockdown causato dalla pandemia, ma anche rispetto al 2019.
“La solidità della tendenza in atto, unitamente al consolidamento dei nuovi progetti in corso di sviluppo, giustifica la quarta revisione al rialzo delle stime per il 2021 negli ultimi sei mesi, ponendo le condizioni per risultati molto positivi anche nel 2022”.
Crescita organica e aumento della redditività
L’andamento dei ricavi ha beneficiato di una domanda di mercato favorevole, a cui si sono aggiunti i progetti per lo sviluppo di nuovi prodotti, il cross selling con le società acquisite e la presa di quote di mercato presso i clienti. Il tutto ha consentito di registrare tassi di crescita nettamente superiori a quelli del mercato di riferimento.
“Il Gruppo sta perseguendo con successo la strategia di crescita organica delineata nel Piano Industriale 2021-2023, che punta su rafforzamento delle relazioni tecniche e commerciali con alcuni dei maggiori player globali nel settore degli elettrodomestici, crescente internazionalizzazione e sfruttamento delle sinergie con le società di più recente acquisizione” afferma Iotti.
A livello di prodotti, i componenti elettronici hanno evidenziato i tassi di crescita maggiori, con vendite doppie rispetto allo stesso periodo del 2020, che già era stato superiore del 20% rispetto al primo semestre 2019. Componenti gas e cerniere, invece, sono cresciute rispettivamente del 76% e del 69%.
Per quanto riguarda i margini, l’effetto leva operativa e l’incremento dei prezzi hanno consentito di più che compensare l’aumento dei costi su materie prime e logistica. L’elevato livello di sfruttamento della capacità produttiva ha, inoltre, favorito un notevole miglioramento della redditività.
L’aumento del circolante fa lievitare il debito, ma l’effetto è transitorio
Dal lato patrimoniale, l’indebitamento finanziario netto è aumentato a 71,1 milioni dai 56,3 milioni al 31 dicembre 2020, con un rapporto Net Debt/Ebitda annualizzato comunque in discesa a 1,1x (1,52x a fine 2020), ben al di sotto dei livelli di guardia.
Un incremento legato soprattutto all’aumento del capitale circolante, passato a 70,4 milioni dai 52,2 milioni di fine 2020, dovuto ai maggiori volumi e all’effetto inflattivo delle materie prime che ha determinato un aumento di valore del magazzino.
“Abbiamo operato un accumulo prudenziale di scorte per non correre il rischio di dover fermare le fabbriche a causa dell’attuale shortage di alcuni componenti e alle difficolta di logistica lungo la supply chain internazionale” spiega l’Ad di Sabaf.
Una decisione volta a garantire la continuità della produzione in uno scenario particolarmente turbolento, il cui effetto è comunque atteso essere transitorio in previsione di una normalizzazione della catena di fornitura globale.
“L’aumento dei prezzi delle materie prime, che vediamo stabilizzarsi nella seconda parte dell’anno seppure su livelli elevati, sarà in parte passato sui prezzi di vendita dei prodotti finiti, con un’entrata ordini che si mantiene solida garantendo il progressivo smaltimento delle scorte”.
Accelerazione degli investimenti in capacità produttiva
Complici anche le attuali difficoltà logistiche a livello internazionale, il Gruppo ha deciso di accelerare gli investimenti in nuovi impianti in un’ottica di maggiore vicinanza ai mercati di sbocco.
“La nostra strategia di piano industriale prevede di avere un footprint industriale delocalizzato presso i nostro principali mercati e i nostri principali clienti, garantendo così le consegne alla luce di una domanda che si mantiene molto tonica”.
Nel primo semestre, Sabaf ha sostanzialmente raddoppiato gli investimenti rispetto allo scorso anno a 16,2 milioni, una parte dei quali in anticipo rispetto a quanto inizialmente pianificato per aumentare la capacità produttiva e, di conseguenza, le potenzialità di fatturato.
In particolare, la società ha aumentato la capacità produttiva della Divisione Elettronica, per la quale è stata avviata la produzione in un nuovo stabilimento a Manisa (Turchia). A ciò si è aggiunto l’incremento della capacità di bruciatori negli stabilimenti di Brasile e Turchia, anche per sostenere l’aumento delle forniture previste dai recenti accordi con alcuni clienti strategici, e l’acquisto di un terreno a San Luis de Potosì (Messico), dove il Gruppo intende realizzare un nuovo impianto produttivo entro il 2022 per rafforzarsi nel mercato nordamericano.
Rivista ancora al rialzo la guidance 2021
I forti risultati del primo semestre 2021, unitamente a un portafoglio ordini che si mantiene tonico, hanno spinto il management a migliorare nuovamente la guidance per l’intero esercizio, anticipando i target originariamente previsti nel piano industriale al 2023.
Per quest’anno, Sabaf si attende ricavi compresi tra 255 e 260 milioni (oltre i 240 milioni la precedente indicazione), superiori del 38%-40% circa rispetto al 2020 e del 64%-67% rispetto al 2019. Un dato ancora più significativo considerando che dei 300 milioni di fatturato stimati per il 2023 nel piano industriale, 250 milioni sono previsti di crescita organica.
A livello di redditività, nella seconda parte dell’esercizio il Gruppo ritiene di potere trasferire la maggior parte degli incrementi del costo delle materie prime sui prezzi di vendita. L’Ebitda margin è quindi atteso superiore al 22%, rispetto al 20,1% del 2020 e al 17,3% del 2019 (le precedenti previsioni indicavano un Ebitda margin superiore al 21%).
L’oulook per il 2022 si conferma positivo
“Ad oggi, siamo fiduciosi che anche il 2022 mantenga un outlook molto positivo, alla luce dell’ampliamento della capacità produttiva e al consolidamento delle relazioni con i grandi player del settore” afferma Iotti.
“La domanda sta continuando ad essere solida e noi abbiamo installato ulteriore capacità che garantisce 100 milioni di fatturato aggiuntivo già quest’anno. Considerando che alla data di stesura del piano industriale nel 2018 Sabaf fatturava circa 150 milioni, siamo fiduciosi di riuscire ampiamente a rispettare gli obiettivi che ci eravamo prefissati al 2023”.
Il Gruppo conferma un’elevata visibilità sui prossimi mesi con un’entrata ordini che si mantiene molto forte, ritenendo di essere ben posizionato per fronteggiare un eventuale rallentamento fisiologico della domanda.
“Almeno il 50% della crescita organica che abbiamo realizzato deriva dai progetti che abbiamo posti in essere e non dall’andamento favorevole del mercato. Siamo fiduciosi quindi che riusciremo a compensare un’eventuale frenata della domanda, che comunque al momento ancora non si vede, con i nuovi progetti che continueremo a implementare” sottolinea il Ceo.