La ‘soluzione strutturale’ Mps “al momento non si è ancora concretizzata, ma rappresenta uno scenario possibile alla luce anche dei consistenti incentivi sopra richiamati nonché dell’accordo tra UniCredit e MEF per una potenziale operazione”.
È quanto si legge nella relazione semestrale di Mps appena pubblicata della, nel paragrafo dedicato alla continuità aziendale.
“L’operazione di aggregazione potrebbe essere preceduta da un intervento di rafforzamento patrimoniale che si prevede possa essere agevolmente approvato da Dg Comp”.
Nel caso in cui la ‘soluzione strutturale’ non dovesse realizzarsi in un orizzonte di breve-medio termine, previa valutazione di Dg Comp e BCE della ‘viability stand alone’ della banca, l’istituto ritiene che l’aumento previsto di capitale da 2,5 miliardi possa essere lanciato “nel primo semestre 2022”.
Mps ha poi fatto un bilancio dei risultati raggiunti con il piano di ristrutturazione 2017-2021 concordato con Bruxelles e propedeutico all’intervento pubblico del 2017.
Uno dei primi obiettivi centrati ha riguardato le chiusure di sportelli. Sotto la guida di Marco Morelli, dal 2017 al 2020, spiega la banca nella semestrale, sono stati chiusi 614 sportelli “raggiungendo l’obiettivo complessivo previsto per il periodo”. La nuova gestione sotto la regia di Guido Bastianini nell’ultimo trimestre 2021 chiuderà altri 50 sportelli.
Questa una delle misure attuate onorare l’impegno a ridurre i costi, accompagnata dalla cessione delle banche estere controllate e dalla, recentissima, “razionalizzazione degli Uffici di rappresentanza all’estero, con la chiusura della Rappresentanza di Guangzhou, in Cina, nel primo trimestre 2021. Gli sviluppi commerciali della clientela di origine italiana nella zona del Canton sono assicurati dalla filiale di Shanghai e dall’Ufficio di Rappresentanza di Pechino”, sottolinea il documento.
Intorno alle 10:50 a Piazza Affari il titolo cede lo 0,2% a 1,18 euro, un andamento in linea con l’indice di settore (-0,2%).