RCS – La Consob chiede chiarimenti sulla semestrale, la società ribadisce correttezza

La Consob ha chiesto a RCS chiarimenti in merito alla relazione finanziaria del primo semestre alla luce di mancati accantonamenti dopo l’arbitrato sull’immobile di Via Solferino.

La società in un comunicato diffusa ieri in serata spiega che “con riferimento ai contenziosi pendenti a New York, i pareri confermano che gli eventi intercorsi successivamente all’approvazione della relazione finanziaria annuale 2020, non alterano la valutazione di tali contenziosi – in relazione tra l’altro alla robustezza delle argomentazioni di RCS in tema di carenza di giurisdizione e di merito – già espressa nei pareri predisposti in occasione delle precedenti relazioni finanziarie annuali”.

La società, prosegue la nota, “sulla base dei pareri acquisiti, ha concluso che le domande avanzate presso la Supreme Court of the State of New York nei due contenziosi non si possano qualificare come una obbligazione attuale – essendo persino discutibile, a monte, il nesso tra l’evento e la (presunta) obbligazione – e, ai sensi dello IAS 37, configurano una mera passività possibile con probabilità di accadimento (e quindi di impiego di risorse) remota, per la quale non e’ richiesto lo stanziamento di uno specifico fondo, né sussiste un obbligo di informativa in bilancio ai sensi del paragrafo 86 del principio stesso (non rilevando quindi neanche l’applicazione del paragrafo 92 di detto principio)”.

“Più in particolare, anche sulla base dei predetti pareri, si ritiene che detti contenziosi siano proposti innanzi a un giudice privo di giurisdizione e siano comunque infondati. Il Collegio Arbitrale ha confermato la propria competenza e con il lodo definitivo ha disposto la compensazione delle spese di lite e respinto le domande risarcitorie di controparte fondate su un preteso comportamento temerario e di mala fede di RCS”, sottolinea ancora la nota.

“Questa decisione, incidendo sul merito, evidenzia l’infondatezza delle domande avversarie avanti la Supreme Court of the State of New York, basate su rilievi nei confronti di RCS smentiti dal lodo definitivo. La successiva impugnazione dei lodi innanzi alla Corte d’Appello di Milano, essendo basata su serie argomentazioni giuridiche, supportate dall’opinione di giuristi di chiara fama, non ha modificato le conclusioni sopra riportate”, precisa poi il comunicato.

“In considerazione della menzionata natura della passività in oggetto e della probabilità remota di impiego di risorse, ai sensi dello IAS 37 la quantificazione dell’asserito danno reclamato dagli attori del contenzioso innanzi la Supreme Court of the State of New York non assume rilevanza. Peraltro, la quantificazione di tale richiesta di danni appare generica e del tutto arbitraria e, in ogni caso, una tale inattendibile quantificazione non presenterebbe comunque alcuna valenza ai fini della stima di un potenziale esborso ai sensi dello IAS 37”, si legge ancora nella nota.

“Per quanto riguarda poi la eventuale riunificazione del procedimento promosso nei confronti del presidente di RCS con quello promosso nei confronti della società davanti alla Corte dello Stato di New York, la società spiega che “l’eventuale riunione dei due procedimenti ha l’effetto di condurre alla decisione, in un’unica sede processuale davanti al medesimo giudice, delle eccezioni e delle domande rispettivamente sollevate dalle parti, senza effetti sulla posizione sostanziale di ciascuna parte.

Quanto agli impegni di manleva assunti dalla società nei confronti del presidente di RCS, si rammenta che quest’ultimo ha agito e agisce quale legale rappresentante della società, in nome, per conto e nell’interesse della stessa, nonché in esecuzione di una delibera del Consiglio di Amministrazione. Detti impegni di manleva sono dunque confermativi del principio per cui la società risponde degli atti posti in essere dai propri organi sociali per conto e nell’interesse della stessa, e non alterano le valutazioni circa le domande degli attori, ne’ il loro trattamento nel bilancio di RCS”, riporta il comunicato.

“La polizza Directors & Officers non riguarda la responsabilità della società per gli atti compiuti dai suoi organi sociali per conto e nell’interesse della stessa, bensì riguarda la responsabilità degli amministratori per gli eventuali atti illeciti da costoro compiuti. Pur ritenendo le domande contro il Presidente del tutto inappropriate e infondate, per cautela e senza riconoscimento alcuno e’ comunque stato notificato il sinistro alle compagnie di assicurazione, in conformità e per gli effetti di legge e di polizza”, conclude la nota.

Il comunicato aggiunge che il collegio sindacale ha ritenuto condivisibili le valutazioni della società.