Iniziano ad emergere divergenze tra gli obiettivi posti da Andrea Orcel, Ad di UniCredit, e gli interessi del Tesoro, azionista di Mps al 64,2 per cento.
Orcel, come riportato da QN e il Corriere, ha manifestato la volontà di definire il perimetro selezionato di attività commerciali di Mps, piantando due paletti inamovibili: niente crediti deteriorati, né rischi legali straordinari.
UniCredit, sottolinea QN, ribadisce l’interesse ai 3,9 milioni di clienti di Mps, agli 80 miliardi di crediti alla clientela e 87 miliardi di depositi, oltre agli sportelli nel Centro-Nord, dove si trova il 77% della rete del gruppo senese, che conta 1.418 filiali.
Altro nodo della trattativa con il Governo è l’esubero di personale, quasi 6 mila dipendenti Mps maturano i requisiti per il prepensionamento volontario in sette anni, a cui UniCredit potrebbe aggiungere 1-2 mila suoi dipendenti.
Il costo degli esuberi dovrebbe essere sostenuto dal Tesoro, che si ritroverebbe con azioni UniCredit che dispongono solo di diritti patrimoniali. Evitando così influenze di socio politico nella gestione della banca.
Ci sono anche resistenze sul tema del marchio, con Siena che vorrebbe salvare il brand di Mps in una banca locale al 100% di UniCredit. In ambito governativo circola l’idea di potenziare il marchio nella fondazione omonima con un ruolo nelle attività culturali.