La produzione globale di veicoli continua a procedere a singhiozzo a causa della carenza di semiconduttori.
Dopo Ford e General Motors anche, Toyota e Volkswagen hanno anticipato ulteriori tagli. In particolare Toyota ha annunciato una riduzione del 40% della produzione globale per il mese di settembre ed è arrivata a perdere il 5% in borsa. Lo stop potrebbe ritardare la nascita di 200 mila vetture e riflettersi sui conti della società. Volkswagen invece ha rilasciato dichiarazioni meno nette: “Prevediamo che la fornitura di chip nel terzo trimestre sarà molto scarsa e volatile”, affermazioni che non escludono ulteriori interruzioni produttive. Il colosso tedesco si aspetta che la situazione possa migliorare verso la fine dell’anno, ma la rassicurazione non è bastata a placare i timori degli investitori.
Le case automobilistiche stanno rimandando la fine della crisi dei semiconduttori di trimestre in trimestre, mentre il mercato inizia a manifestare un certo scetticismo riguardo una possibile soluzione nel breve termine. La domanda di semiconduttori da parte di tutti i settori industriali è forte per via della ripresa generalizzata dei consumi e della grande richiesta di prodotti tecnologici in particolare. L’offerta invece stenta a soddisfare la domanda, considerando anche che la costruzione o l’ampliamento delle fabbriche di chip richiedono diversi mesi e investimenti miliardari.
A ciò si aggiungono gli intoppi causati dall’emergenza sanitaria. A riguardo Infineon, primo fornitore di chip per auto, ha rivelato di aver sospeso la produzione per un mese in uno dei suoi stabilimenti malesi a causa di un focolaio di coronavirus. Ciò costringerà Stellantis a bloccare la produzione almeno per una settimana nello stabilimento di Rennes-La Janais e per almeno tre giorni a Sochaux. Il CEO Carlos Tavares aveva già preventivato problemi nelle forniture sino al 2022.
Anche i vari governi guardano con interesse alla questione, preoccupati in particolare per la dipendenza della propria industria dai fornitori perlopiù asiatici, situazione che potrebbe rappresentare un problema strategico non indifferente. Proprio Stati Uniti e Unione Europea hanno avviato programmi di investimento per sviluppare una filiera di chip autonoma. Nella giornata di ieri il Ministero dello Sviluppo Economico italiano ha destinato 700 milioni di euro di incentivi alla microelettronica per realizzare e sviluppare tecnologie e componenti innovative nei settori dei chip efficienti sul piano energetico, dei semiconduttori di potenza, dei sensori intelligenti, dell’attrezzatura ottica avanzata e dei materiali compositi.