“Con riferimento alle sentenze del Consiglio di Stato pubblicate in data odierna sull’operazione di aggregazione societaria AEB, apprendiamo con sorpresa il cambiamento di orientamento dell’organo giudicante rispetto ai contenuti delle precedenti ordinanze cautelari favorevoli ai soggetti ricorrenti in appello”.
Lo si legge in una nota della multi-utility guidata da Renato Mazzoncini diffusa nella serata di ieri, dopo che la nuova sentenza ha ribaltato il precedente parere dello stesso Consiglio di Stato, che un anno fa aveva deciso di non sospendere in via cautelare la fusione ritenendola “infungibile”, cioè non sostituibile da altre operazioni per la mancanza di società in grado di garantire la stessa competitività di A2A.
La nuova sentenza conferma la decisione del Tar della Lombardia che a febbraio aveva annullato la delibera con cui il Comune di Seregno, principale azionista della multiutility brianzola AEB, aveva dato il via all’integrazione societaria senza passare da alcun bando pubblico.
Bando che – conferma il Consiglio di Stato – avrebbe dovuto essere attivato, dal momento che ad acquisire una parte del capitale di AEB, interamente pubblica, è stata A2A, posseduta per una metà dai Comuni di Milano e Brescia e per l’altra metà da investitori privati.
“Nel rispetto dei principi di concorrenza e di par condicio – scrivono i consiglieri di Stato -, la scelta del partner industriale, in grado di esercitare un controllo di fatto sul gestore del servizio, avrebbe dovuto avvenire in forma competitiva”.
A tale riguardo, “la società – precisa la nota di A2A – ha dato mandato ai propri legali di svolgere tutti gli opportuni approfondimenti ritenendo i provvedimenti impugnabili davanti ai giudici competenti”.