Si riporta l’andamento odierno dei principali titoli internazionali del settore auto:
Proseguono in rialzo le borse europee. Il DAX e il CAC 40 guadagnano lo 0,9%, mentre il Ftse Mib e il Ftse 100 avanzano dello 0,7%. Chiusa Wall Street per la celebrazione del Labor Day (i prezzi nella tabella riferiti ai titoli americani si riferiscono pertanto alla chiusura di venerdì).
La proposta di riduzione del 100% delle emissioni delle nuove auto entro il 2035 riguarda tutte le case automobilistiche e queste devono contribuirvi: anche la deroga per i piccoli
produttori che vendono fra mille e diecimila auto all’anno sarà rimossa entro il 2030. Lo ha indicato un portavoce della Commissione europea al quale era stato richiesto di commentare le dichiarazioni del ministro della transizione ecologica italiano Roberto Cingolani che, in una intervista a Bloomberg, ha detto che “sono in corso discussioni con la Commissione sul modo in cui le nuove regole influenzeranno i produttori delle super auto, come Ferrari e Lamborghini“.
Nell’intervista a Bloomberg, Cingolani ha indicato che nel mercato automobilistico “c’è una nicchia di auto che hanno bisogno di una tecnologia molto speciale, cosi come hanno bisogno di batterie per completare la transizione. Un passo importante è che l’Italia diventi autonoma nella produzione di batterie ad alta prestazione e per questo stiamo lanciando un programma per installare in Italia un impianto di produzione di larga scala per le batterie”.
Già a luglio il ministro per la transizione ecologica, alla luce della proposta della Commissione europea, aveva indicato che dopo aver discusso la nuova strategia comunitaria con il settore auto era emersa “una grandissima opportunità nell’elettrificazione, ma è stato comunicato dalla commissione UE che anche le produzioni di nicchia, come Ferrari, Lamborghini, Maserati, McLaren, dovranno adeguarsi al full electric. Questo vuol dire che, a tecnologia costante, con l’assetto costante, la Motor Valley italiana (il distretto dei motori in Emilia Romagna) la chiudiamo”.
Infine ministro ha aggiunto: “Se oggi pensassimo di avere una penetrazione del 50% di auto elettriche subito non avremmo neanche le materie prime per farle, nè la rete per
gestirla. Su un ciclo produttivo di 14 anni, pensare che le nicchie automobilistiche e super sport si riadattino è impensabile”.
Secondo quanto riporta Reuters, per Ola Källenius, chief executive di Daimler, la crisi dei chip potrebbe durare fino al 2023. “Diversi fornitori di chip hanno riferito di problemi strutturali con la domanda e questo potrebbe influenzare il 2022”, ha sottolineato il numero uno del colosso automobilistico di Stoccarda parlando domenica a una tavola rotonda in vista dell’Internationale Automobil-Ausstellung (la fiera dell’auto di Monaco di Baviera in svolgimento questa settimana). Källenius, prevedendo che la carenza di semiconduttori per l’automotive possa arrivare fino al 2023, ha però notato che l’impatto della crisi dovrebbe essere meno duro rispetto a quello registrato nel 2021.