Mercati asiatici – Ancora denaro sui listini giapponesi, tornano gli acquisti su Cina e Hong Kong

Listini asiatici perlopiù positivi dopo le recenti dimissioni del primo ministro giapponese e con gli investitori che restano intenti a valutare i segnali emersi dal job report statunitense diffuso venerdì scorso.

In particolare i mercati nipponici rimangono sostenuti non solo dalle attese di una ripresa economica e di una crescita degli utili societari, ma anche dalle speranze che la coalizione di governo possa vincere le imminenti elezioni ed evitare disordini politici dopo il recente per il passo indietro del premier Yoshihide Suga.

Ad agosto l’economia americana ha creato 235 mila nuovi posti di lavoro (minor incremento degli ultimi sette mesi), ben al di sotto dei 733 mila previsti dal consensus e degli 1,05 milioni di luglio. Il tasso di disoccupazione è diminuito al 5,2%, mentre i salari medi sono cresciuti dello 0,6% su base mensile dal +0,4% di luglio (+0,3% il consensus).

Dati che alimentano i timori sul ritmo del recupero dell’economia a stelle e strisce allontanando l’ipotesi che la Fed possa accelerare la riduzione degli stimoli a sostegno della crescita.

Restano intanto sotto i riflettori i progressi sul pacchetto di aiuti economici negli Stati Uniti da 3.500 miliardi di dollari utile a finanziare iniziative sociali, ambientali, scolastiche e della salute pubblica.

Sul Forex, il cambio euro/dollaro si attesta a 1,187 e il dollaro/yen a 109,8. Tra le materie prime, petrolio in calo con il Brent (-1,4%) a 71,59 dollari al barile e il Wti (-1,4%) a 68,31 dollari al barile. Oro a 1.829 dollari l’oncia (-0,3%).

Tornando ai listini asiatici, in Cina riprendono gli acquisti su Shanghai che guadagna l’1% e su Shenzen che sale dell’1,6%. Hong Kong a +0,8%.

In Giappone, ancora denaro su Nikkei e Topix, in rialzo rispettivamente dell’1,8% e l’1,2%.

Il tutto dopo le seguenti chiusure di venerdì a Wall Street: Nasdaq (+0,2%), S&P500 (0,0%), Dow Jones (-0,2%).