Mps – Verso proroga dell’esclusiva concessa a UniCredit

Si va verso la proroga dell’esclusiva (in scadenza domani) tra UniCredit e il Tesoro, primo azionista di Mps con il 64,2% del capitale, in merito al negoziato relativo a Mps.

L’indiscrezione viene riportata da Il Sole 24 Ore, MF e Il Messaggero, secondo cui è necessario più tempo per finalizzare la due diligence avviata a inizio agosto da UniCredit sugli asset della banca senese.

Secondo MF, la proroga potrebbe essere di due settimane, almeno fino al prossimo 21 settembre. Il tutto servirebbe a concludere il lavoro iniziato dagli esperti di UniCredit e per venire incontro alle esigenze di Mediocredito Centrale, entrata nei giorni scorsi in data room in riferimento a un perimetro selezionato di sportelli bancari.

La due diligence sarebbe comunque già in una fase avanzata e il perimetro degli asset che UniCredit dovrebbe rilevare potrebbe essere deciso a breve.

“L’attività sta procedendo nel rispetto dei tempi e degli impegni stabiliti”, aveva spiegato ieri Patrizia Grieco, presidente di Mps, in una lettera indirizzata ai dipendenti.

Secondo quanto si apprende da Il Sole 24 Ore, la quadra deve essere trovata sulle questione relative all’aumento di capitale che dovrebbe effettuare la banca senese e sui potenziali esuberi.

Secondo il quotidiano, sarebbe stato individuato in 6/7.000 unità l’ammontare dei dipendenti in eccesso di Mps, da portare a termine prima della fusione in modo da agevolare il deal.

2669 uscite sono già previste nel piano industriale al 2025 della banca senese, a cui andrebbero ad aggiungersi circa 4.000 che sarebbero stati richiesti di UniCredit. Inoltre, la stessa UniCredit potrebbe prevedere ulteriori razionalizzazioni nel nuovo piano strategico che dovrebbe essere presentato a settembre.

Tornando ai potenziali esuberi della banca senese, il giornale aggiunge che ad oggi l’istituto toscano dispone di circa 15 dipendenti per sportello, e la richiesta di UniCredit sarebbe quella di uniformare il numero alla media di mercato, pari a 4/5 operatori per sportello. Il che potrebbe significare la riduzione di circa il 30% del personale di Mps, pari in totale a 21.500 dipendenti.

Il tutto poi sarebbe necessario per portare il cost/income della banca senese su livelli di mercato. Inoltre, nell’ipotesi che Mps continuasse a camminare con le proprie gambe, potrebbe trovarsi di fronte a prospettive occupazionali ancora più difficili.U

Il tutto potrebbe essere parzialmente fronteggiato tramite il rifinanziamento del fondo esuberi, con prepensionamenti e scivolo fino a 7 anni, anche se l’esborso in capo al Tesoro (che dovrebbe già prendere parte all’aumento di capitale necessario per coprire lo shortfall di capitale di Mps) potrebbe essere da non trascurare. Altre ipotesi prevedono poi potenziali ricollocazioni in AMCO, nell’ottica della gestione degli Npl che verrebbero venduti. Ma ad oggi non c’è ancora nulla di concreto.

Il cda di Mps “monitorerà e supervisionerà il cammino della soluzione strutturale avviata con l’apertura della Virtual Data Room, ribadendo nei confronti di voi tutti il massimo impegno affinché siano preservati i valori e il patrimonio di competenze della banca”, ha dichiarato nella comunicazione ai dipendenti la presidente Grieco, a nome dell’intero cda dell’istituto senese.

Intorno alle 10:20 a Piazza Affari le azioni Mps guadagnano lo 0,3% a 1,13 euro, mentre i titoli UniCredit salgono dello 0,2% a 11 euro. L’indice di settore segna un rialzo dello 0,2 per cento.