Mercati – Previsto avvio positivo all’indomani della Bce

Le borse europee dovrebbero iniziare la seduta sopra la parità, all’indomani della riunione della Bce che ha compiuto un primo passo indietro dalle misure di emergenza e mentre gli operatori continuano a valutare la minaccia posta dalla nuova ondata del virus.

Chiusura negativa ieri a Wall Street, con lo S&P 500 che ha ceduto lo 0,5% segnando la più lunga striscia di ribassi dallo scorso giugno. In calo anche Dow Jones e Nasdaq, rispettivamente dello 0,4% e dello 0,3%.

Tra i mercati asiatici, stamane, riprende la corsa del Giappone, con Tokyo che ha terminato in rialzo dell’1,2%. Ben intonate anche le piazze cinesi, con Shanghai che avanza dello 0,4% e Hong Kong dell’1,6%.

L’azionario globale si mantiene in prossimità di livelli record al termine da una settimana incerta, dominata dai dubbi su rischi come l’inflazione elevata, il rallentamento della ripresa economica e una riduzione degli stimoli monetari.

Le banche centrali, infatti, si stanno muovendo per cominciare a ritirare le ingenti misure messe in campo per contrastare l’impatto della pandemia, in un momento in cui la diffusione della variante Delta minaccia la riapertura delle attività.

Ieri la Bce ha confermato i tassi minimi e gli acquisti mensili di asset che proseguiranno almeno fino a fine marzo 2022, anche se il ritmo delle operazioni sarà “moderatamente inferiore” rispetto ai due trimestre precedenti.

Gli operatori guardano anche alla prima telefonata da sette mesi tra il presidente americano Joe Biden e quello cinese Xi Jining, per vedere se le crescenti divergenze nei rapporti tra le due principali economie mondiali possano essere appianate.

Biden ha espresso l’auspicio che la competizione tra i due Paesi non si traduca in uno scontro e ha rassicurato sulla speranza che i rapporti restino in una “dinamica competitiva e che non si crei in futuro alcuna situazione di conflitto indesiderato”.

Dal canto suo, Xi ha incolpato Washington della disputa sostenendo che la politica Usa sulla Cina ha portato a “gravi difficoltà nei legami bilaterali”, con impatto sul mondo intero.