Generali – Aumenta l’attenzione sulla governance dopo il patto Caltagirone-Del Vecchio

L’attenzione del mercato sulla governance di Generali aumenta dopo che Francesco Gaetano Caltagirone e Leonardo Del Vecchio, rispettivamente secondo e terzo socio della compagnia triestina rispettivamente con il 5,95% e il 5%, hanno siglato un patto di consultazione in vista del rinnovo del cda in programma nella primavera del 2022.

“Le parti si sono impegnate a consultarsi in merito alle materie poste all’ordine del giorno dell’assemblea, con particolare riferimento alla nomina del nuovo consiglio di amministrazione” di Generali, si legge nel documento.

“Le parti hanno convenuto di consultarsi al fine di meglio ponderare i rispettivi autonomi interessi rispetto a una più profittevole ed efficace gestione di Assicurazioni Generali, improntata alla modernizzazione tecnologica dell’attività caratteristica, al posizionamento strategico dell’impresa nonché alla sua crescita in una logica di mercato aperta, trasparente e contendibile”, si legge nel documento.

Secondo quanto riporta Il Sole 24 Ore, i due imprenditori, pur riconoscendo le buone performance realizzate dall’attuale vertice, sono intenzionati ad andare fino in fondo per promuovere un ricambio al vertice nell’ottica di un salto dimensionale di Generali, mentre Mediobanca (primo azionista del Leone di Trieste con il 12,93% del capitale) e la maggior parte dei componenti dell’attuale cda propendono per la conferma dell’attuale Group Ceo, Philippe Donnet, alla luce della redditività e solidità raggiunti d Generali.

Secondo Reuters, Del Vecchio e Caltagirone potrebbero presentare una propria lista senza il nome di Donnet (che avrebbe manifestato l’intenzione di rimanere in sella) se nel cda del prossimo 27 settembre non si troverà un compromesso sulla governance della compagnia. L’altra lista sarebbe invece stilata dal cda uscente, che aveva già avviato i lavori in tal senso.

Domani 14 settembre dovrebbe tenersi un comitato nomine per discutere su come affrontare il passaggio sul quale il board sarà chiamato a decidere il prossimo 27 settembre.

Un peso rilevante nell’azionariato c’è l’ha anche il mercato (il 40,3% del capitale è in mano a investitori istituzionali) ed è per questo che Mediobanca, secondo Il Sole 24 Ore, propenderebbe per il fatto che tutte le scelte sul futuro assetto passino dal cda e non da un confronto ristretto tra i soci.

Il patto siglato tra Caltagirone e Del Vecchio, secondo quanto riporta MF, sarebbe potenzialmente aperto anche ad altri azionisti che hanno una visione simile a quella dei due imprenditori, citando  Un’informazione la famiglia Benetton (azionista di Generali con il 3,97% del capitale ) e la Fondazione Crt (socio con l’1,8% del capitale).

Mediobanca, invece, avrebbe il sostegno della famiglia Boroli-Drago, azionista del Leone di Trieste con l’1,2% del capitale.

Il giornale aggiunge che l’IVASS e la Consob e la Consob avrebbero acceso un faro sulle mosse di Del Vecchio e Caltagirone, che sono anche azionisti importanti della stessa Mediobanca, rispettivamente con una quota del 18,9% e del 3% (con la possibilità di arrivare al 5% in caso di esercizio di alcuni derivati.

“Le parti avranno in ogni caso la piena facoltà di determinarsi liberamente in merito alle decisioni da assumere in vista e nel corso dell’assemblea, senza che dal patto possano discendere impegni sull’esercizio del diritto di voto, l’esercizio di un controllo congiunto o di un’influenza notevole, qualsiasi indicazione, direttiva o altra forma di influenza sulla gestione di Generali o sulle decisioni del suo organo di gestione”, aggiunge il documento.

Intorno alle 10:30 a Piazza Affari le azioni Generali guadagnano l’1% a 17,61 euro, mentre i titoli Mediobanca salgono dell’1% a 9,76 euro. Il Ftse Italia Assicurazioni e il Ftse Italia Banche segnano rispettivamente un rialzo dello 0,8% e dello 0,4 per cento.