Il focus del mercato resta sulla governance di Generali. Oggi si terrà una riunione informale dei consiglieri non esecutivi del Leone di Trieste per un primo esame della questione relativa al rinnovo del cda e, in particolare, della conferma del Group Ceo Philippe Donnet, che non sarà presente al vertice.
Secondo quanto riporta Radiocor, suddetto vertice è preparatorio in vista della riunione del cda in programma il prossimo 27 settembre con all’ordine del giorno l’avvio dell’iter per mettere a punto la lista del board.
Da un lato c’è Mediobanca (primo socio con il 12,93% del capitale), che, anche alla luce delle modifiche alla governance apportate l’anno scorso, che ritiene che la sede più giusta per un confronto è proprio il cda. La banca di piazzetta Cuccia sarebbe favorevole alla riconferma di Donnet, anche alla luce dei risultati economico-finanziari e di remunerazione dei soci raggiunti negli ultimi anni, oltre alla logica opportunistica seguita sul fronte M&A che ha permesso di crescere senza assumere rischi eccessivi.
Sull’altro versante c’è l’asse Francesco Gaetano Caltagirone-Leonardo Del Vecchio (rispettivamente secondo e terzo azionista con il 5,95% e il 5% del capitale), che hanno stipulato un patto di consultazione sull’11% del capitale in vista del rinnovo dell’organo amministrativo. I due imprenditori sarebbero favorevoli a un ricambio al vertice per accelerare nella trasformazione digitale e nella crescita dimensionale della compagnia triestina, soprattutto oltreconfine, con un approccio diverso sul fronte M&A.
Per quanto riguarda Donnet, il manager avrebbe dato la sua disponibilità per restare alla guida della compagnia triestina. Il Group Ceo sta lavorando alla stesura del nuovo piano strategico, la cui presentazione è fissata per dicembre e di cui uno dei punti cardine sarà ancora una volta la dividend policy.
Tornando al patto Caltagirone-Del Vecchio, tra le informazioni essenziali emerge la questione relativa a potenziali e ulteriori acquisti di titoli, su cui “le parti si impegnano a tenersi reciprocamente informate indipendentemente dalle comunicazioni al mercato richieste dalla legge e a fare tutto quanto necessario affinché non sorgano in capo alle parti, congiuntamente o disgiuntamente, l’obbligo di lanciare un’Opa su azioni Generali”.
Il patto sarebbe eventualmente “aperto a eventuali altri azionisti di Generali con il consenso di entrambe le parti a condizione che la loro sottoscrizione del patto stesso non faccia sorgere un obbligo di Opa o richiedere una preventiva autorizzazione alle autorità competenti”.
Secondo indiscrezioni riportata da Il Sole 24 Ore la Fondazione Crt (socio con l’1,8% del capitale) sarebbe favorevole a un deciso cambio di passo di Generali e potrebbe prendere in considerazione l’ingresso nel patto di consultazione, così come la famiglia Benetton (azionista con il 3,97% del capitale).
Intorno alle 10:00 a Piazza Affari il titolo guadagna lo 0,1% a 17,66 euro, un andamento in linea con l’indice di settore (+0,1%).