La due diligence che UniCredit sta svolgendo sugli asset di Mps, partita oltre 40 giorni dopo la firma del term sheet a fine luglio con il Tesoro, sta per essere conclusa.
Lo si apprende da MF, secondo cui l’esame avrebbe suscitato qualche perplessità ai vertici dell’istituto di piazza Gae Aulenti, che intende comunque proseguire il negoziato con il MEF, primo azionista di Mps con il 64,2% del capitale.
Secondo il giornale, la due diligence ha riguardato 80 miliardi di crediti (problematici e non), 6,4 miliardi di potenziali petitum legale e gli accordi commerciali in essere nel wealth management e nell’assicurazione.
Il quotidiano aggiunge che il focus, in particolare, si sarebbe concentrata sul credito. UniCredit, che già aveva escluso dal perimetro da acquisire i crediti deteriorati, avrebbe manifestato qualche dubbio sull’attuale livello di accantonamenti dell’istituto toscano.
Nello specifico, per alcuni crediti, il livello sarebbe stato valutato troppo basso nell’ottica della neutralità dell’operazione sul capitale. Un aumento dei livelli di copertura, però, potrebbe tradursi in un fabbisogno patrimoniale maggiore rispetto ai 2,5 miliardi ipotizzati.
Per quanto riguarda i potenziali rischi legali, che Mps intende neutralizzare, al momento non è stata ancora trovata una soluzione definitiva. Allo studio ci sarebbe la possibilità di trasferire suddetti rischi a un veicolo creato ad hoc con una dotazione di capitale pari a 1,5-2 miliardi, e, per azzerare un possibile rischio di incapienza, UniCredit potrebbe ricevere anche un’indennità da parte del MEF.
Intorno alle 11:10 a Piazza Affari le azioni UniCredit guadagnano lo 0,2% a 10,92 euro, mentre i titoli Mps cedono lo 0,2% a 1,11 euro. L’indice di settore segna un rialzo dello 0,4 per cento.