Mattinata in rosso per il comparto utility, che cede il 2,6%, ben al di sotto del corrispondente indice dell’Area Euro (-1,9%) e a fronte della leggera flessione del Ftse Mib (-0,5%).
Tra i titoli a maggiore capitalizzazione appesantite particolarmente Enel (-3,3%) e A2A (-1,6%), contengono le vendite invece Italgas (-0,3%), Hera (-0,6%), Snam (-0,9%) e Terna (-1%).
Il comparto è alle prese con gli annunciati rincari delle bollette di luce e gas dal 1° ottobre. L’Arera, l’Autorità per l’Energia, stabilirà infatti di quanto sarà l’aumento per il prossimo trimestre.
Rincari che secondo l’allarme lanciato dal Ministro per la Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, potrebbero arrivare a 100 euro l’anno per la luce e a 400 euro per il gas.
Tra le cause del trend al rialzo dei prezzi di gas ed energia elettrica, che dallo scorso luglio ha assunto livelli record, vanno segnalati l’aumento dei prezzi delle materie prime dovuto alla ripresa economica su scala globale e le ridotte forniture di gas, in particolare quelle dalla Russia. A ciò si aggiunge la crescita dei prezzi dei permessi di emissione di CO2 (ETS).
Il governo si è già mosso agli inizi di luglio stanziando 1,2 miliardi, grazie alla vendita degli Ets, per evitare che gli effetti dei rialzi colpissero in modo pesante i consumatori. Ora però sarebbe allo studio una riforma compiuta degli oneri generali di sistema proprio per alleggerire il fardello di voci che gravano in bolletta e nella prospettiva di trasferire sotto la fiscalità generale gli oneri per il sostegno alle energie rinnovabili.
Organismi come Arera hanno ravvisato la necessità di eliminare in bolletta “gli oneri non direttamente connessi agli obiettivi di sviluppo ambientale sostenibile e quelli finalizzati al contrasto della povertà energetica”.
Un aumento che non riguarderà solo l’Italia. Ad esempio, in Spagna il Governo ha annunciato che, tra le altre cose, verrà ridotta dal 5,1% allo 0,5% la tassa sull’energia elettrica e sospesa fino a fine anno l’imposta del 7% sulla produzione di energia elettrica. Annunciato anche un intervento sugli extra profitti dei produttori di elettricità da idroelettrico e nucleare, favoriti dall’aumento del prezzo del gas da cui deriva quello dell’elettricità.
Tra i big iberici potenzialmente coinvolti anche Endesa (-4%), controllata di Enel che rappresenta circa il 30% dell’EBITDA del gruppo.