La due diligence condotta da UniCredit su Mps sarebbe arrivata alla fase conclusiva, con i relativi esiti che dovrebbero a fine mese dovrebbero essere termine di confronto tra l’istituto e il MEF, primo azionista di Mps con il 64,2% del capitale, con un’intesa di massima che potrebbe essere raggiunta nel corso del prossimo mese di ottobre.
L’indiscrezione viene riportata da MF, secondo cui ci sono però alcune questioni da risolvere.
Uno dei temi più delicati riguarda i potenziali rischi legali in capo alla banca senese, ridottisi a 6,4 miliardi dopo l’accordo transattivo raggiunto con la Fondazione Mps. UniCredit non è intenzionata a farsene carico per evitare impatti sulla neutralità del capitale e, secondo quanto riporta il quotidiano, le soluzioni studiate di recente dai consulenti del MEF (copertura assicurativa e spin-off a favore di un veicolo creato ad hoc) non garantirebbero del tutto l’esclusione di un’eventuale responsabilità in solido da parte dell’istituto di piazza Gae Aulenti.
Pertanto, si starebbe ragionando su una nuova architettura dell’operazione: invece di separare Mps tra una good bank e una bad bank, il Tesoro potrebbe limitarsi a cedere a UniCredit il perimetro di Mps concordato. Una simile eventualità però non consentirebbe al MEF di avere una quota diretta in UniCredit.
Sempre in merito alla trattativa tra Tesoro e UniCredit per Mps, Il Messaggero riporta rumor secondo cui UniCredit avrebbe chiesto al Tesoro che lo Stato finanzi gli esuberi anche della banca milanese che saranno previsti dal piano industriale unico, comprendente Mps, da presentare entro fine anno. Secondo il Tesoro, tuttavia, il tutto potrebbe configurarsi come aiuto di Stato, aggiunge il quotidiano.
Secondo quanto si apprende dal giornale, una simile eventualità verrebbe a costare meno allo Stato perché per fare efficienza bisogna ridurre il costo del lavoro.
Il Messaggero riporta che potrebbero essere 3.000 gli esuberi stimati nel piano industriale di UniCredit, comprensivo degli asset di Mps che andrebbe a rilevare (i rumor parlano di 1.100 filiali e della banca digitale Widiba).
Sempre secondo il quotidiano, dei 7.000 dipendenti esclusi dal perimetro, 5.400 matureranno i requisiti nei 7 anni del Fondo di Solidarietà (di cui 1.690 fanno parte delle 4.800 uscite previste dal piano di ristrutturazione concordato con le autorità europee, al cui interno 3.100 sono già avvenute). Nell’ipotesi che tali esuberi fossero a carico dello Stato, si tratterebbe di oltre 8.000 unità.
Intorno alle 10:55 a Piazza Affari i titoli Mps segnano un rialzo dello 0,1% a 1,11 euro, mentre le azioni UniCredit guadagnano lo 0,6% a 10,81 euro. L’indice di settore sale dello 0,4 per cento.