“Pensiamo di saper far funzionare le fusioni e che esse aiutino a migliorare i conti grazie alle sinergie, e a crescere nel digitale. Noi ci siamo guadati attorno, abbiamo parlato con diversi interlocutori ma in questo momento non sembrano esserci i presupposti per avviare un percorso di consolidamento”.
Lo ha affermato in un’intervista a L’Economia de Il Corriere della Sera Giuseppe Castagna, Ceo di Banco Bpm.
“Evidentemente non ci sono ancora le condizioni. Inoltre, sono cambiati gli amministratori delegati di due delle principali banche coinvolte nel possibile riassetto del credito. A questo punto ci siamo decisi a presentare al mercato, lo faremo entro novembre, un piano stand alone che possa esprimere da qui al 2024 il vero potenziale della nostra banca”, ha aggiunto il manager.
“Oggi sta crescendo la redditività, gli Npl sono molto più bassi. È stato un bel percorso e riteniamo, con il nuovo piano, che il mercato possa ulteriormente apprezzare il nostro corretto valore”, ha riportato ancora l’Ad.
“Abbiamo fatto una grande opera di pulizia e riorganizzato le nostre fabbriche prodotto. Recentemente abbiamo apportato modifiche agli accordi in essere volte ad acquistare maggiore flessibilità per poter riacquistare le partecipazioni nelle joint venture siglate con Cattolica e Covea nella bancassicurazione entro i prossimi due anni. Un business interessante, tra i più remunerativi, almeno fino a quando i tassi di interesse saranno sotto zero. Siamo poi cresciuti nell’azionariato di Anima e continua con successo la partnership con Agos nel credito al consumo”, ha ricordato il manager.
“Ci sono molti aspetti positivi, anche grazie alla remunerazione che viene dal mondo commissionale e a una potenziale risalita dell’Euribor, che ci possono portare a risultati molto confortanti. Senza dimenticare la nostra costante attenzione ai costi”, ha sottolineato ancora Castagna.
Il manager ha poi spiegato di non aver mai pensato ad operazioni di acquisizione ostili, poiché l’idea di fondo è sempre stata quella di “creare il terzo polo bancario attraverso un’operazione concordata, autenticamente trasformativa, in grado di dare vita a una realtà che potesse competere sul mercato italiano con gli altri due grandi gruppi esistenti”.
L’Ad ha poi aggiunto che Banco Bpm non è interessato a Carige. Riguardo alla Ligura, “parliamo di una regione dove siamo già il secondo gruppo, con il marchio Banco di Chiavari e della Riviera Ligure. Del resto, Carige, con 20 miliardi di attivi, non sarebbe per noi un’operazione trasformativa. Infine, abbiamo esperienza di operazioni di ristrutturazione e sappiamo che il mercato le apprezza soltanto quando sono completamente concluse”, ha puntualizzato il manager.
Il Ceo ha poi fatto presente di non avere mai pensato a un’operazione con Mps. “Veniamo da un’operazione complicata. Oltre a considerare aspetti finanziari, di diversa capitalizzazione e dimensione. Continuiamo peraltro a essere interessati a espanderci in alcune aree geografiche di nostro interesse”, ha spiegato Castagna.
Il merito a UniCredit, il Ceo ha riportato: “Non abbiamo mai parlato con UniCredit da quando è arrivato il nuovo amministratore delegato (Andrea Orcel). Peraltro, UniCredit ha un dialogo in corso con un’altra banca (Mps) e pertanto non ritengo sia corretto fare alcun commento”.
“Dopo quattro anni di ristrutturazione noi speriamo di avere davanti un periodo di grande crescita in cui scaricheremo a terra tutte le potenzialità generate in questo periodo. I risultati del primo semestre sono esaltanti e confermano che le ambizioni inserite nel piano industriale presentato pre-pandemia sono alla nostra portata. Se nel frattempo capiterà una possibile operazione di integrazione, la guarderemo sempre con molta attenzione”, ha concluso Castagna.
Intorno alle 09:50 a Piazza Affari il titolo cede il 3,1% a 2,60 euro, mentre l’indice di settore lascia sul terreno il 2,5 per cento.