Il Tesoro, primo azionista di Mps con il 64,2% del capitale, starebbe preparando un piano alternativo all’integrazione della banca toscana con UniCredit.
L’indiscrezione viene riportata da La Stampa, secondo cui la situazione sarebbe diversa dallo scorso 30 luglio, quando UniCredit sembrava l’unica strada percorribile.
La consapevolezza che sta maturando al Tesoro, secondo quanto riporta il quotidiano, è l’effetto combinato di due fattori: il fatto che UniCredit (che da inizio agosto sta conducendo la due diligence sulla banca senese) abbia ha alzato la posta delle sue richieste per farsi carico di Mps, e le pressioni convergenti della politica, con Pd e Lega che seppur mossi da motivazioni opposte premono per una soluzione che non sia punitiva per il territorio, per i dipendenti e per il tessuto economico toscano.
Tuttavia, aggiunge il giornale, la situazione dovrebbe restare in stand-by almeno fino a metà ottobre, considerando che i prossimi 3-4 ottobre si terranno le elezioni che vedono candidato Enrico Letta, segretario del Pd, nel collegio di Siena.
La Stampa riporta poi che anche Bper sarebbe interessata ad alcuni asset di Mps. La banca modenese potrebbe entrare in corsa per 100-150 sportelli nel Nord e in Emilia che UniCredit fosse costretta a cedere in ottica Antitrust.
Sempre secondo rumor di stampa, in passato Bper si sarebbe posta favorevolmente anche ad un’operazione di sistema che avrebbe portato ad uno “spezzatino” della banca toscana, un’alternativa comunque accantonata dal Tesoro.
In merito ai potenziali esuberi dell’istituto toscano, dovrebbero essere gestiti tramite il ricorso al Fondo Esuberi del settore, che dovrebbe ricevere un contributo ad hoc di circa 1 miliardo da parte dello Stato.
Intorno alle 10:15 a Piazza Affari le azioni Mps lasciano sul terreno l’1,3% a 1,09 euro, mentre i titoli UniCredit segnano un ribasso del 3,1% a 10,36 euro. L’indice di settore cede il 2,7 per cento.