Banche – Enria: “Non abbassare la guardia, impatto della pandemia su asset quality ancora non evidente”

“Se non fossimo a metà di una delicata fase di ripresa e uscendo da una crisi la cui eredità in termini di Npl non è ancora chiara, sarei tentato di dire che gli Npl non rappresentano più un onere per la redditività del nostro settore bancario. Ma è chiaramente troppo presto per abbassare la guardi. L’impatto effettivo della pandemia sulla qualità degli attivi non è ancora diventato evidente”.

Lo ha affermato alla stampa Andrea Enria, Responsabile della Vigilanza BCE, nel corso di un evento.

“Una ripresa della redditività basata su un brusco e improvviso storno degli accantonamenti potrebbe non dimostrarsi durevole se le aspettative ottimistiche delle banche non si concretizzano e, poiché il sostegno pubblico viene gradualmente eliminato, il contesto di rischio si rivela peggiore di quanto attualmente previsto”, ha aggiunto l’esponente di Francoforte.

“Sulla base delle loro proiezioni presentate all’inizio dell’anno, il livello degli Npl continuerà a diminuire nei prossimi due anni e tornerà ai livelli pre-pandemia entro il 2023. Mentre la valutazione delle BCE è che le banche dovrebbero astenersi dal fare proprie ipotesi eccessivamente ottimistiche sulla traiettoria della qualità degli attivi per rappresentare prospettive di redditività a breve termine troppo rosee”, ha aggiunto ancora Enria.

In quest’ottica la Vigilanza rimarrà “fortemente concentrata sul monitoraggio delle pratiche di gestione e controllo del rischio di credito delle banche, mentre l’economia si riprende gradualmente dalla pandemia”, ha sottolineato ancora il responsabile della Vigilanza BCE.

In merito ai dividendi, Enria ha riportato che “c’è una ragionevole aspettativa di vedere la ripresa dei pagamenti in modo sostanziale”, specificando he la BCE limiterà i propri interventi ai casi in cui i pagamenti proposti non siano in linea con una prudente pianificazione del capitale e il continuo rispetto dei requisiti regolamentari.

Enria ha poi osservato che i dati del 2020 mostrano “segnali incoraggianti sulla ripresa dell’attività di consolidamento nel settore bancario” che sembra tornata “a livelli che non si vedevano dal 2008, con operazioni per oltre 300 miliardi”, aggiungendo che alcune deal “hanno aumentato notevolmente il livello di concentrazione dei rispettivi mercati bancari nazionali e dovrebbero consentire miglioramenti di efficienza dei costi nei prossimi anni” e confermando la volontà “eliminare qualsiasi potenziale ostacolo di vigilanza a queste operazioni”.