Generali – Scatta il conto alla rovescia per il cda del 27 settembre

Scatta il countdown in vista del cda del prossimo 27 settembre, da cui potrebbe emergere un quadro più chiaro sulla futura governance di Generali. Il rinnovo del board è fissato per la primavera del 2022 ma i lavori si stanno già facendo intensi.

Prima di suddetto cda, chiamato a decidere se dare il via libera alla lista promossa dal cda uscente (come previsto dallo statuto dopo le recenti modifiche), si dovrebbe di nuovo riunire il comitato nomine (dopo il nulla di fatto della settimana scorsa), probabilmente venerdì 24 settembre, per discutere di alcune questioni tecniche per preparare il parere per il consiglio che a sua volta dovrà portare avanti il lavoro per l’eventuale lista del cda.

Secondo il Sole 24 Ore, proprio in vista del comitato nomine (dopo il nulla di fatto della settimana scorsa), la compagnia triestina si sarebbe rivolta al giurista Piergaetano Marchetti e ad altri consulenti legali, nell’ottica di sbrogliare la matassa e presentare al cda di lunedì prossimo un parere dettagliato sulla possibilità o meno di procedere con la presentazione della lista del board uscente.

I principali soci del Leone di Trieste hanno una posizione divergente sulla futura governance della compagnia.

Da un lato ci sono Francesco Gaetano Caltagirone, Leonardo Del Vecchio e la Fondazione Crt, riunitisi in un patto di consultazione che ad oggi raggruppa il 12,43% del capitale (in attesa di ulteriori acquisti e di altre possibili adesioni, con lo sguardo rivolto alla famiglia Benetton, titolare del 3,97% del capitale), i quali propendono per un ricambio al vertice allo scopo di accelerare la strategia di crescita di Generali.

Sull’altro versante c’è Mediobanca, primo azionista di Generali con il 12,93% del capitale, che invece sarebbe favorevole alla conferma dell’attuale Group Ceo, Philippe Donnet (che ha già dato la propria disponibilità per un terzo mandato), alla luce dei risultati raggiunti negli ultimi anni. Sulla stessa linea dell’istituto di piazzetta Cuccia ci sarebbe la famiglia Boroli-Drago, che ha in capo l’1,7% del capitale della compagnia triestina.

Sulla vicenda è intervenuto anche Ennio Doris, futuro presidente onorario, di Banca Mediolanum (azionista di Mediobanca con il 3,3% del capitale). “Preferisco non espormi e rimanere ad osservare, alla vigilia di un passaggio importante come il prossimo consiglio delle Generali di lunedì prossimo”, ha dichiarato a Radiocor Doris.

“Io sono da sempre per le mediazioni, piuttosto che per gli scontri, è innegabile che i risultati di Nagel nella conduzione di Mediobanca siano molto positivi, così come quelli di Donnet alla guida delle Generali”, ha aggiunto Doris.

“Da imprenditore capisco a fondo le istanze e le visioni di grandi imprenditori italiani come Leonardo Del Vecchio e Francesco Caltagirone. In linea generale, con riguardo a tutte le cosiddette public company, bisognerebbe trovare forse equilibri maggiori tra gli interessi degli azionisti di peso e la necessaria indipendenza del management”, ha concluso Doris, che ha ribadito lo stesso concetto in un’intervista rilasciata a Il Corriere della Sera.

Nel frattempo, secondo quanto si apprende da Radiocor, l’IVASS monitora la vicenda nell’ambito delle sue competenze istituzionali. Tra gli obiettivi dell’authority c’è quello della stabilita’ del mercato assicurativo e delle compagnie; al tempo stesso è da sempre attenta alle questioni di governance.

Intorno alle 11:30 a Piazza Affari il titolo guadagna l’1% a 17,89 euro, un andamento in linea con l’indice di settore (+0,9%).