La BCE, nelle ultime settimane, avrebbe chiesto a Carige e al suo azionista di maggioranza (con l’80% del capitale), il Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (FITD), di studiare un piano alternativo nel caso di un allungamento dei tempi nell’individuazione di un partner per una possibile fusione.
Lo si apprende da Il Sole 24 Ore, secondo cui la richiesta sarebbe anche legata al fatto che si sta avvicinando la fine del 2021, scadenza entro la quale Cassa Centrale Banca avrebbe dovuto esercitare l’opzione che gli avrebbe consentito di rilevare suddetta quota prima che lo scorso marzo decidesse di ritirarsi a causa degli impatti della pandemia.
Dopo la decisione del gruppo trentino, il FITD si è subito attivato per la ricerca di un nuovo potenziale partner, con l’ausilio degli advisor Deutsche Bank, Pwc, Prometeia e Bonelli. L’ipotesi del cosiddetto “spezzatino” viene esclusa.
A questo scopo è stata aperta una data room, a cui avrebbero avuto accesso Credem e Banco Bpm, che però non hanno mostrato interesse, e alcuni fondi di private equity (che sarebbero ancora dentro).
Proprio a causa dell’attuale situazione di stand by avrebbe suscitato l’attenzione della BCE, che avrebbe chiesto chiarimenti in merito ai piani futuri dell’istituto genovese e del suo azionista di riferimento anche in assenza di un business combination. Le interlocuzioni in corso sarebbero frequenti.
Sullo sfondo, del resto, resta l’eventualità di un rafforzamento patrimoniale da 400 milioni per la banca genovese, di cui si dovrebbe fare carico il FITD stesso nella seconda parte del 2022, in particolare nel caso in cui Carige, attualmente impegnata nel rilancio commerciale, continuasse a portare avanti una strategia stand alone.
Secondo quanto riporta il quotidiano, non è da escludere che il potenziale acquirente possa avanzare alcune richieste per portare avanti la fusione, tra cui l’alleggerimento degli oneri legati alle partnership in essere (Ibm nell’IT, Chenavari nel credito al consumo, Amissima Vita nell’assicurazioni, fronti su cui lo stesso FITD starebbe già lavorando).
Il potenziale acquirente (il giornale cita Bper e Crédit Agricole Italia) potrebbe poi sfruttare il vantaggio delle Dta, che per Carige vale circa 400 milioni.
Il quotidiano sottolinea che la concomitanza dell’importante dossier relativo a Mps avrebbe di fatto congelato la ricerca del partner per l’istituto ligure e i tempi potrebbero allungarsi.
Secondo quanto riporta La Repubblica, un altro elemento da tenere in considerazione per il futuro di Carige è la causa intentata dall’ex socio di maggioranza, Malacalza Investimenti, con una richiesta di risarcimento salita da 486 a 539 milioni. Il pronunciamento di primo grado è atteso a novembre. Al momento l’istituto non ha ritenuto di effettuare accantonamenti legati al possibile esito della causa.
Intorno alle 11:00 a Piazza Affari il titolo guadagna l’1,6% a 0,74 euro, tentando un rimbalzo dopo le recenti sedute negative. L’indice di settore sale dello 0,5 per cento.