Mercati – Chiusura in rosso per l’Europa e Milano (-2,1%), Nasdaq a -2,7% a Wall Street

Giornata all’insegna delle vendite per l’azionario, con le borse europee che chiudono in rosso mentre a Wall Street arretrano Dow Jones (-1,5%), S&P500 (-1,9%) e soprattutto il Nasdaq (-2,7%).

Il Ftse Mib di Milano archivia gli scambi in ribasso del 2,1% a 25.573 punti, negativo come il Dax di Francoforte (-2,1%), il Cac 40 di Parigi (-2,2%) e l’Ibex 35 di Madrid (-2,4%) mentre il Ftse 100 di Londra limita i danni (-0,5%) grazie soprattutto al deprezzamento della sterlina.

Lo scenario inflattivo e la prospettiva di una riduzione degli stimoli da parte delle banche centrali hanno innescato un rialzo dei rendimenti obbligazionari che penalizza soprattutto gli investimenti più costosi, in particolare il comparto tecnologico. A ciò si aggiungono i dubbi sulla crescita della Cina, minacciata dalla crisi energetica e delle potenziali ricadute del caso Evergrande sul sistema finanziario del Paese, con Goldman Sachs che ha tagliato le stime sul Pil dall’8,2% al 7,8%.

Dal forum di Sintra Christine Lagarde, presidente della Bce, ha ribadito che l’inflazione dovrebbe convergere lentamente verso il 2% dopo la pandemia, sottolineando che la ripresa del Pil europeo è la più forte dal 1975.

Anche Jerome Powell, numero uno della Fed, ha posto l’accento sulla natura transitoria dell’accelerazione dei prezzi nel suo intervento odierno davanti alla commissione bancaria del Senato statunitense. Powell ha precisato che la banca centrale è vicina a ridurre l’acquisto di obbligazioni, mentre per l’aumento dei tassi bisognerà attendere.

Nel frattempo, il segretario al Tesoro Usa Janet Yellen ha avvertito che il suo dipartimento esaurirà i fondi intorno al 18 ottobre, a meno che non venga intrapresa un’azione legislativa per rimuovere o alzare il limite del debito federale.

Sul fronte macro, la fiducia dei consumatori statunitensi è scesa a settembre per il terzo mese consecutivo, con le preoccupazioni per la variante delta e i prezzi più alti che continuano a pesare sul sentiment. I prezzi delle case sono aumentati del 19,7% a luglio, registrando ancora una volta il più grande balzo in oltre 30 anni.

Sul Forex, il dollaro si rafforza nei confronti delle altre valute, con l’EUR/USD in calo all’1,168 mentre il cambio fra biglietto verde e yen risale a 111,3. Sterlina in calo a 1,355 dollari e a 0,863 nei confronti della moneta unica.

Tra le materie prime invertono la rotta le quotazioni del greggio dopo aver toccato i massimi da circa tre anni. Il Brent (-0,7%) cala a 78,1 dollari e il Wti (-0,6%) a 75,0 dollari al barile. Intanto l’Opec ha diffuso il World Oil Outlook 2021, che prevede una domanda, a livello globale, in crescita nei prossimi 25 anni con un incremento di 17,6 milioni di barili al giorno dal 2020 (90,6 milioni) al 2045.

Sull’obbligazionario, il tasso sul T-Bond risale all’1,52%, mentre in Europa lo spread Btp-Bund si amplia a 105 punti base con il rendimento del decennale in rialzo italiano allo 0,85%, in attesa della Nota di Aggiornamento al Documento di economia e finanza (Nadef). In mattinata il Tesoro ha collocato 5,5 miliardi di Bot semestrali con rendimenti in calo a -0,545%.

Tornando a Piazza Affari, fra le aziende più capitalizzate le vendite investono soprattutto Amplifon (-5,15%) e Stm (-5,0%), quest’ultima in scia ai timori per l’impatto del cosiddetto energy crunch sull’industria dei microchip. Male anche Nexi (-4,1%) e Unicredit (-4,0%), in controtendenza Eni (+0,7%), unica positiva del Ftse Mib.