Mercati – Eurolistini sotto pressione, riflettori su banche centrali

Ribassi per le borse europee e avvio negativo per Wall Street, in un clima appesantito da diversi fattori. A Milano il Ftse Mib cede l’1,2% e torna in area 25.820 punti, in calo come il Dax di Francoforte (-1,5%), l’Ibex 35 di Madrid (-1,6%), il Cac 40 di Parigi (-1,9%) mentre il Ftse 100 di Londra limita i danni (-0,2%) grazie soprattutto al deprezzamento della sterlina. Oltreoceano arretrano Dow Jones (-0,6%), S&P500 (-1%) e Nasdaq (-1,7%), con il comparto tecnologico maggiormente colpito dalle vendite.

Lo scenario inflattivo e la prospettiva di una riduzione degli stimoli da parte delle banche centrali hanno innescato un rialzo dei rendimenti obbligazionari che penalizza soprattutto gli investimenti più costosi, in particolare il comparto tech.

A ciò si aggiungono i dubbi sulla crescita della Cina, minacciata dalla crisi energetica e delle potenziali ricadute del caso Evergrande sul sistema finanziario del Paese, con Goldman Sachs che ha tagliato le stime sul Pil dall’8,2% al 7,8%.

Riflettori puntati sul forum di Sintra dal quale Christine Lagarde, presidente della Bce, ha ribadito che l’inflazione dovrebbe convergere lentamente verso il 2% dopo la pandemia, sottolineando che la ripresa del Pil europeo è la più forte dal 1975.

A breve anche Jerome Powell, numero uno della Fed, porrà l’accento sulla natura transitoria dell’accelerazione dei prezzi nel suo intervento odierno davanti alla commissione bancaria del Senato statunitense. Ieri il numero uno dell’istituto di Washington ha affermato che sul fronte dell’inflazione ci sono le condizioni per avviare il tapering ma bisognerà prima attendere un miglioramento nell’occupazione.

Sul Forex, il dollaro si rafforza nei confronti delle altre valute, con l’EUR/USD in calo all’1,167 mentre il cambio fra biglietto verde e yen risale a 111,5. Sterlina in calo a 1,354 dollari

Tra le materie prime prosegue la corsa del greggio sui massimi da circa tre anni, sostenuti dalla prospettiva di una carenza globale sul lato dell’offerta. Il Brent (+0,9%) risale a 79,5 dollari e il Wti (+0,8%) a 76,2 dollari al barile. Intanto l’Opec ha diffuso il World Oil Outlook 2021, che prevede una domanda, a livello globale, in crescita nei prossimi 25 anni con un incremento di 17,6 milioni di barili al giorno dal 2020 (90,6 milioni) al 2045.

Sull’obbligazionario, lo spread Btp-Bund si amplia a 104 punti base con il rendimento del decennale in rialzo italiano allo 0,86% in attesa della Nota di Aggiornamento al Documento di economia e finanza (Nadef). In mattinata il Tesoro ha collocato 5,5 miliardi di Bot semestrali con rendimenti in calo a -0,545%.

Tornando a Piazza Affari, fra le aziende più capitalizzate le vendite investono soprattutto Amplifon (-5,2%) e Stm (-4,3%), quest’ultima in scia ai timori per l’impatto del cosiddetto energy crunch sull’industria dei microchip. Male anche Diasorin (-3,5%) e Interpump (-3%), in controtendenza invece i petroliferi Eni (+1,9%), Tenaris (+1,5%) e Saipem (+1%) oltre a Bper (+1,5%) e Banca Mediolanum (+0,8%).