Fila archivia la battuta d’arresto del 2020 causa Covid e chiude il semestre 2021 in ripresa. I ricavi consolidati aumentano a 324,7 milioni (+5,6%), e la marginalità operativa sale al 18% (15% nel giugno 2020), mentre l’utile netto balza a 27 milioni dai 9,5 milioni di un anno prima. Il positivo andamento consente al Ceo Massimo Candela di “confermare la visione di crescita di tutti gli indicatori economico-finanziari per il 2021, ma non la migliora considerando l’andamento ancora imprevedibile del Covid e il conseguente impatto sulla tempistica di apertura delle scuole in India e Messico, due paesi chiave nella strategia di crescita”.
Modello di Business
Nata a Firenze nel 1920, Fila (Fabbrica Italiana Lapis e Affini) produce e commercializza prodotti per l’espressione creativa, realizzando articoli per colorare, disegnare, modellare, scrivere e dipingere, quali pastelli in legno, pastelli a cera, paste da modellare, gessetti, colori ad olio, acrilico, acquerello, tempera e carta, sia per le belle arti che per la scuola ed il tempo libero. Ad oggi, la società, presente in oltre 150 paesi in 5 continenti, è attiva con 22 stabilimenti produttivi (due dei quali in Italia) e 35 filiali nel mondo.
Il business è suddiviso nelle linee School & Office, Fine Arts, Hobby & Digital (belle arti) e in via residuale Industrial.
Fila presenta un portafoglio di oltre 25 brand iconici, rappresentativi dei marchi più prestigiosi legati alla scuola, all’arte e all’espressione creativa tra i quali Giotto, Tratto, Das, Didò, Pongo, Lyra, Doms, Maimeri, Daler-Rowney, Canson, Princeton, Strathmore ed Arches.
Ultimi Avvenimenti
A fine 2020 Fila ha approvato il Piano strategico definendo le linee giuda per il 2021-25 che prevedono in particolare l’incremento del business nei Paesi ad alto potenziale di sviluppo, con investimenti industriali e commerciali, ma anche attraverso operazioni di M&A. Sul fronte della redditività, è attesa una crescita dei ricavi e dei margini nei Paesi dove la presenza del Gruppo è più radicata.
Conto Economico
Si premette che, la società ha fornito i dati normalizzati che escludono gli effetti dell’applicazione dell’IFRS 16 e gli oneri non ricorrenti pari a circa 2,6 milioni, relativi principalmente alla riorganizzazione e costi di consulenza per 1,2 milioni e a oneri sostenuti per fronteggiare la pandemia da Covid-19 per 1 milione.
Nel primo semestre 2021 i ricavi consolidati mostrano un aumento a cambi correnti del 5,6% a 324,7milioni. La crescita organica risulta pari all’11,1%, al netto dell’effetto negativo cambi, principalmente attribuibile al dollaro statunitense, al peso messicano, al peso argentino, al real brasiliano e, in parte minore alla rupia indiana.
In misura più che proporzionale l’Ebitda è salito a 58,5 milioni (+27%), con una marginalità al 18% (+300 bp), grazie a una maggiore marginalità del Fine Art e al sensibile recupero delle vendite nello School&Office in Europa e Nord America, oltre ad un migliore mix delle vendite. Il risultato non comprende l’effetto IFRS 16 +7,4 milioni (+6,7 milioni al 30/6/20) e oneri non ricorrenti per 2,6 milioni (7,7 milioni nel giugno 2020, di cui 4,5 milioni riguardanti l’acquisto del ramo d’azienda Arches a inizio marzo 2020); +40% a 63,3 milioni l’Ebitda reported.
L’Ebit normalizzato si porta a 44,2 milioni, (+53%) in presenza del calo degli ammortamenti e svalutazioni (-17% a 14,3 milioni) principalmente per il contenimento degli investimenti nel 2020 durante la pandemia da Covid-19 ed a minori svalutazioni crediti;+94,5% a 63,3 milioni l’Ebit reported.
Diminuiscono gli oneri finanziari netti a 9,3 milioni (-34%), essenzialmente per i maggiori proventi finanziari connessi all’effetto cambi positivo su operazioni finanziarie.
Il periodo chiude con un utile netto di competenza normalizzato balzato a 26,6 milioni, rispetto ai 9,5 milioni di un anno prima; pari a 23,8 milioni l’utile netto reported al 30/6/21 e a 2,8 milioni a fine giugno 2020.
Breakdown Ricavi
La disanima dei ricavi reported per area strategica d’affari mostra il positivo apporto di tutte le linee di business. La Fine Art, Hobby & Digital (32% del totale) aumenta dell’8% a oltre 104, milioni, School & Office (64% del totale) del 3,7% a 209 milioni, mentre particolarmente dinamica la linea Industrial con uno sviluppo del 25% a 11,3 milioni e un’incidenza stabile al 3%.
A livello di area geografica la crescita si è manifestata in particolare in Europa (+22% a 122 milioni), il cui apporto è pari al 38% del totale ricavi, Centro-Sud America (+51% a 25,6 milioni) e nel Resto del Mondo, dove la crescita è stata pari al 32% a 1,9 milioni seppure con un apporto marginale (1% del totale).
Mostrano invece una contrazione i ricavi realizzati in Nord America (-6% a 152,7 milioni), principale mercato di sbocco con il 47% del totale, ed Asia (-17% a 22,2 milioni). Se si considera la crescita organica (11%) lo sviluppo si è manifestato in tutti i mercati di operatività.
Stato Patrimoniale
L’indebitamento finanziario a fine giugno 2021 sale a 524 milioni, dai 493,5 milioni di fine 2020, e recepisce l’effetto negativo del Mark to Market Interest Hedging per 15 milioni.
Aumenta il patrimonio netto a 365 milioni, dai 331,3 milioni del 2020, in presenza del risultato conseguito nel periodo, dell’incremento della riserva cambi per 9,6 milioni, della variazione negativa del “fair value hedge” dei derivati di copertura per 4,9 milioni e alla riserva Utili/Perdite Attuariali pari a 2,3 milioni.
Ratio
Il gruppo presenta una struttura finanziaria debole con riferimento alla capacità prospettica di far fronte al ripagamento del debito, con un PFN/Ebitda particolarmente elevato e pari a 5,2x nel 2020 (4,5x il dato annualizzato al 30/6/21). Poco equilibrato anche il quoziente di indebitamento pari a 1,49x a fine 2020 e a 1,44x a fine giugno 2021.
Dopo il calo del 2020 al 7% (12,7% nel 2019) l’indicatore del ritorno per gli azionisti risale al 14,7% (dato annualizzato a fine giugno 2021).
Outlook
Per il 2021, ha dichiarato Massimo Candela Ceo della società, “è confermata la visione di crescita di tutti gli indicatori economico-finanziari, anche se non ci sentiamo di migliorare ulteriormente le aspettative, considerando l’andamento del Covid-19, ancora piuttosto imprevedibile, con conseguente impatto sulla tempistica di apertura delle scuole in India e Messico, due paesi chiave nella strategia di crescita futura, e l’andamento dei costi delle materie prime e dei trasporti che continuano ad essere superiori alle nostre stime di budget”.
Intesa Sanpaolo, nello studio del 6 agosto 2021, ha aggiornato le proprie aspettative per l’esercizio in corso, principalmente per incorporare i minori oneri finanziari netti e la minore aliquota fiscale e con un apporto ancora limitato di India e Messico.
Nel 2021e 2022 le stime degli analisti indicano ricavi rispettivamente a 645 milioni (608,2 milioni nel 2020) e a 690,2 milioni, invariate per l’esercizio in corso e aumentate dell’1,8% nel 2022 rispetto alle precedenti previsioni. Sul fronte dei margini, l’Ebitda adjusted dovrebbe attestarsi a 107,6 milioni nel 2021 (109,2 milioni le precedenti stime) e a 120 milioni nel 2022 (95,4 milioni nel 2020), sostanzialmente in linea con le stime precedenti. L’Ebit adjusted è ora atteso a 78,1 milioni nel 2021 e a 90,5 milioni nel 2022 (61,7 milioni nel 2020), rispettivamente pari a 76,2 milioni e a 86,7 milioni le precedenti stime.
Più decisa la crescita dell’utile netto soprattutto per fine 2021 a 40,7 milioni (23 milioni nel 2020), mentre nel 2022 è stimato a 49 milioni, rispettivamente +13,6% e +4,6% rispetto alle precedenti proiezioni.
L’indebitamento finanziario netto, previsto per fine 2021 a 444 milioni (493,5 milioni nel 2020), dovrebbe diminuire ulteriormente nel 2022 a 393,7 milioni.
Borsa
Il titolo Fila viaggia oggi in area 9,7 euro, evidenziando da inizio 2021 un rialzo dell’8% rispetto al +32% del Ftse Italia Star, dopo avere toccato il minimo a 8,39 euro a fine gennaio e massimo a 11,68 euro il 7 giugno.
Il 7 settembre Fila ha registrato una seduta particolarmente negativa, lasciando sul terreno il 7% circa chiudendo a 10,16 euro, dopo la cessione da parte di VEI Capital del 5,9% detenuto nella società a investitori istituzionali, tramite una procedura di accelerated bookbuilding.