Generali prevede di raggiungere l’85% delle sinergie derivanti dalla fusione, stimate ad
almeno 80 milioni ante imposte per anno, a partire dal quarto anno successivo all’offerta e, a seguito dell’Opa, stima una riduzione del Solvency ratio 2 pro-forma di circa 7,1 punti percentuali, in caso di totale adesione all’offerta.
Generali intende in ogni caso procedere al delisting di Cattolica, sempre che sia raggiunta la soglia del 50,1% del capitale. In particolare, come si legge nel prospetto informativo, nel caso non raggiunga il 90% del capitale, “non intende porre in essere misure finalizzate a ripristinare le condizioni minime di flottante per assicurare il regolare andamento delle negoziazioni delle azioni”.
Nel caso in cui Generali venga a detenere una partecipazione almeno pari al 66,67% del capitale, sarà in grado di esprimere nell’assemblea straordinaria di Cattolica un numero di voti sufficiente ad approvare la fusione (considerato che il quorum deliberativo necessario è pari ai 2/3 del capitale con diritto di voto rappresentato in tale assemblea).
Infine, qualora Generali avrà in capo, comunque, una partecipazione almeno pari al 50% più un’azione del capitale, qualora sia perseguita la fusione, la partecipazione detenuta dell’offerente non assicurerebbe per certo, ma potrebbe consentire, all’offerente di esprimere nell’assemblea straordinaria dell’emittente un numero di voti sufficiente ad approvare la fusione.
Tornando agli impatti sulla Solvency di Generali, in caso di totale adesione all’offerta il dato al 31 marzo 2021 passerebbe dal 234,3% al 226,5%, ossia con una riduzione pro-forma stimata essere pari a circa -7,8 punti percentuali. Con riferimento al 30 giugno 2021 passerebbe dal 231,2% al 224,1%, ossia con una riduzione pro-forma stimata essere pari a circa -7,1 punti percentuali.
Allo stesso tempo, il board di Cattolica ha dato il via libera alla cessione in Opa del pacchetto di azioni proprie derivante dal recesso del 2020, pari al 12,3% del capitale.
Ciò avrà un impatto positivo sia in termini di Solvency 2 Ratio, in misura pari a 14 punti percentuali per Cattolica e a 12 punti percentuali per Generali, sia in termini di patrimonio netto, in misura pari a 162 milioni, con una plusvalenza da cessione pari a circa 21 milioni che sarebbe registrata solo a patrimonio netto, senza impatti sul conto economico.