A Milano il Ftse Mib ha terminato le contrattazioni con il -2,1% a 25.573 punti, mentre il Ftse Italia Prodotti e Servizi Industriali ha segnato il -2,4% rispetto al -2,8% del corrispondente indice europeo.
Lo scenario inflattivo e la prospettiva di una riduzione degli stimoli da parte delle banche centrali hanno innescato un rialzo dei rendimenti obbligazionari che penalizza soprattutto gli investimenti più costosi, in particolare il comparto tech.
A ciò si aggiungono i dubbi sulla crescita della Cina, minacciata dalla crisi energetica e delle potenziali ricadute del caso Evergrande sul sistema finanziario del Paese, con Goldman Sachs che ha tagliato le stime sul Pil dall’8,2% al 7,8%.
Riflettori puntati sul forum di Sintra dal quale Christine Lagarde, presidente della Bce, ha ribadito che l’inflazione dovrebbe convergere lentamente verso il 2% dopo la pandemia, sottolineando che la ripresa del Pil europeo è la più forte dal 1975.
Jerome Powell, numero uno della Fed, ha affermato che sul fronte dell’inflazione ci sono le condizioni per avviare il tapering ma bisognerà prima attendere un miglioramento nell’occupazione.
Chiudono in ribasso le big del comparto, con Interpump che arretra del 3,9% e Buzzi che cede l’1,3%.
Nel segmento delle mid cap la peggiore è Carel Industries (-5,3%).
Tra le small cap in ribasso Piovan (-6,8%). In controtendenza Openjobmetis (+3,4%).