Mediobanca ha ricevuto, da parte del socio Delfin (holding che fa capo a Leonardo Del Vecchio), titolare di 167.661.539 azioni ordinarie, pari al 18,896% del capitale, una richiesta di integrazione dell’ordine del giorno dell’assemblea del prossimo 28 ottobre per l’aggiunta del seguente punto nella parte straordinaria: “Modifiche all’articolo 15, commi 4, 9, e 15, all’articolo 18, comma 4, e all’articolo 23, comma 3, dello statuto sociale; deliberazioni inerenti e conseguenti”.
Le proposte sono relative all’eliminazione delle previsioni statutarie relative alla presenza in consiglio degli amministratori dirigenti e all’aumento del numero dei consiglieri riservati alle liste di minoranza e correlata modifica del meccanismo di elezione del board.
In particolare, Delfin propone l’eliminazione della previsione statutaria secondo cui due amministratori (qualora il numero di consiglieri sia pari o inferiore a tredici) o tre amministratori (qualora il numero dei consiglieri sia superiore a tredici, come nel caso del consiglio in carica costituito da quindici gli amministratori), devono essere “scelti tra i dipendenti che da almeno tre anni siano dirigenti di società appartenenti al gruppo bancario”, nonché la conseguente eliminazione della previsione secondo la quale “le liste che contengono un numero di candidati pari o superiore ai due terzi degli amministratori da nominare devono, a pena di inammissibilità, contenere due o tre amministratori che siano dirigenti del gruppo Mediobanca al fine di rispettare il requisito di composizione.
Delfin propone inoltre la modifica del sistema di nomina degli amministratori al fine di aumentare la rappresentanza delle minoranze nel cda, dagli attuali due a tre o quattro amministratori, a seconda di quante liste di minoranza siano presentate, e permettere che più liste di minoranza possano concorrere alla nomina degli amministratori di minoranza, in ragione dei voti espressi dagli azionisti.
Delfin, si legge in una nota, “non prevede né intende revocare l’attuale consiglio di amministrazione prima del termine del suo mandato”.
Il comunicato spiega ancora che la proposta di modifica allo statuto della banca “non persegue lo scopo di sostituire gli attuali amministratori o manager della banca, quanto piuttosto quello di assicurare che, d’ora in avanti, questi operino all’interno di un quadro di regole di corporate governance coerente con le best practice e siano fortemente incentivati a porre al centro la creazione di valore per tutti gli azionisti, lasciando al consiglio di amministrazione e agli azionisti, come accade in qualsiasi altra società, il diritto di decidere in ultima istanza chi debba gestire la banca”.
Il cda sarà convocato nei prossimi giorni per l’assunzione delle delibere di competenza.