“Siamo senz’altro soddisfatti dei risultati del primo semestre 2021, chiusi con un consistente aumento del valore della produzione e da un più che proporzionale incremento dell’Ebitda che ha beneficiato della scelta strategica di minimizzare qualsiasi service di consulenza esterna, concentrandoci sull’ingresso di risorse interne. Decisione che ha contribuito alla maggiore marginalità del periodo”, illustra Giovanni Dal Lago, CEO e Co-Founder di Officina Stellare a Market Insight.
L’azienda attiva nel settore aerospaziale nella progettazione, produzione e commercializzazione di strumentazione ottico meccanica ground-based e space-based, ha riportato un aumento del valore della produzione a 4,7 milioni (+26%), riconducibile al completamento e all’avvio di nuove importanti commesse. Il periodo in esame è stato caratterizzato, come anticipato, da un forte progresso della gestione operativa con l’Ebitda che si è attestato a 1,8 milioni, portando il relativo margine in miglioramento al 37,4% dal 24,1% del primo semestre 2020. Dinamica dettata dalla crescente top line ma anche dall’assestamento di costi rispetto al semestre di confronto e dalla scelta di mantenere la produzione completamente in-house, riducendo al minimo il ricorso a consulenze esterne. L’Ebitda, pari a 1,8 milioni, risulta inoltre ampiamente in linea per raggiungere le stime di Valuetrack, che nello studio del 21 aprile 2021 indicava una proiezione a 3 milioni per l’intero esercizio.
La crescita raggiunta assume ancora più valore, considerando la coda della pandemia ancora presente specialmente nella prima parte del semestre concluso, e che soprattutto avrebbe potuto rallentare una realtà come Officina Stellare dove gli ordini sono rappresentati da commesse importanti. Nel primo semestre, specifica Dal Lago, “erano ancora presenti alcuni effetti negativi dettati dalla pandemia ma nel corso dei mesi abbiamo notato una vera e propria inversione di tendenza e una ripartenza delle operazioni precedentemente messe in stand-by dai clienti”.
Il carattere marcatamente internazionale di Officina Stellare (che nel primo semestre ha realizzato il 98% dei ricavi extra Italia, di cui un 52% in America e il 30% in Asia-Pacifico) ha permesso di affrontare in modo dinamico la pandemia, considerando proprio le differenti tempistiche di entrata-uscita dall’emergenza sanitaria nelle diverse aree del mondo. “Negli USA stanno ripartendo le grosse trattative che avevamo in essere”, spiega Dal Lago, sottolineando come nel frattempo Officina Stellare Corp. (società operativa in Virginia partecipata al 100%) “ha acquisito le diverse autorizzazioni internazionali propedeutiche allo sviluppo del business sul mercato americano nel settore Difesa”.
Nei primi sei mesi sono stati inoltre firmati nuovi importanti contratti di fornitura all’interno del mercato della New Space Economy, proseguendo, pur con qualche fisiologico rallentamento, nella realizzazione della prima Space Factory Italiana. Le aspettative sono molto interessanti “considerando la potenza di fuoco che Officina Stellare avrà a breve e con tutti i vantaggi che una produzione completamente in house porterà in termini di incremento della produttività e di marginalità. Il portafoglio ordini ammonta a 12 milioni ma ci sono anche 2,5 milioni riguardanti progetti in ambito istituzionale ESA (Agenzia Spaziale Europea) ed ASI (Agenzia Spaziale Italia) in fase di contrattualizzazione”.
Le offerte in corso superano i 62,3 milioni e, sottolinea Dal Lago, “finora le trattative stanno proseguendo bene. Noto inoltre un’attenzione verso un tema molto caldo come quello della Laser Communication che insieme alla crittografia quantistica saranno molto importanti nel prossimo futuro. Sempre centrale sarà anche il tema PNRR (2,3 miliardi di risorse destinate alla Ricerca ed Aerospazio) e le opportunità generate in ambito Digitalizzazione, Innovazione, Comunicazioni, Space Factory Nazionale e monitoraggio delle infrastrutture sensibili, dove Officina Stellare si candida a giocare un ruolo di primaria importanza”.
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