Fervi (AIM) – Forte crescita dei ricavi e utili oltre i livelli del 2019

Il Gruppo ha chiuso il primo semestre 2021 con risultati in forte crescita, in miglioramento anche rispetto al 2019 nonostante il persistere di un contesto di incertezza, a conferma della resilienza del modello di business. L’aumento dei costi lato supply chain è stato in parte compensato dall’incremento dei volumi e dei prezzi di listino, permettendo all’Ebitda e all’Ebit di crescere rispettivamente del 32% e del 50% rispettivamente. Il tutto con una generazione di cassa operativa che consente di confermare la strategia di crescita anche per linee esterne. Per l’intero esercizio, non considerando l’acquisizione della Rivit, il Gruppo stima una crescita di ricavi, Ebitda e utile netto in valore assoluto superiore al livello del 2019.

“Siamo molto soddisfatti dei risultati del primo semestre 2021, che hanno evidenziato sia il rientro dal calo del 2020 che un aumento del 12% rispetto al 2019”.

Così commenta l’andamento dei primi sei mesi dell’esercizio Guido Greco, Direttore Generale di Fervi, Gruppo attivo nel settore della fornitura di attrezzature professionali principalmente per l’officina meccanica, l’officina auto, la falegnameria, il cantiere e dei prodotti inclusi nel cosiddetto “MRO” (Maintenance, Repair and Operations).

“È stato un primo semestre record. Tale risultato è sicuramente dovuto ad un aumento dei volumi derivante dalla ripartenza del sistema Paese (i nostri ricavi per il 75% sono generati in Italia), complici i finanziamenti all’edilizia che a cascata si riflettono anche sulla nostra offerta, e dal ritocco preliminare dei listini dei prezzi che era stato fatto nel mese di febbraio”.

Inoltre, il Direttore Generale sottolinea come “a inizio 2020 avevamo ampliato l’offerta con la presentazione del nuovo catalogo, i cui effetti si sono visti solo a partire dalla fine dello scorso anno”.

“Di solito il nuovo catalogo da effetti immediati, creando curiosità per i nuovi prodotti e nuove opportunità per la rete vendita. Causa pandemia, il nuovo catalogo ha però iniziato ad apportate i suoi effetti positivi tra la fine del 2020 e l’inizio del 2021”.

Forte crescita dei ricavi: +37,5% vs. 1H20 e +12% vs. 1H19

Fervi ha archiviato il primo semestre 2021 con ricavi pari a 16,9 milioni, in crescita del 37,5% rispetto al primo semestre 2020, fortemente penalizzato dallo scoppio della pandemia, e del 12% rispetto al primo semestre 2019.

Considerata l’attuale situazione legata agli effetti socioeconomici del Covid-19 e l’incertezza relativa alla durata e all’espansione di tale epidemia, il 2021 è iniziato nel migliore dei modi per quanto riguarda le vendite del Gruppo.

“Il boost dei ricavi è coerente in tutte e tre le società del Gruppo (Fervi, Riflex e Vogel Germany) che hanno registrato un tasso di crescita nell’intorno del 40%. Questo ci dice che il Gruppo è sano, grazie anche alle attività commerciali e di marketing che stanno dando il loro frutto”.

L’effetto volumi-prezzi ha compensato l’aumento dei costi lato supply chain

“Abbiamo effettuato un primo adeguamento dei prezzi già a partire dal mese di febbraio. Tale adeguamento non è stato sufficiente a causa del forte aumento del costo del trasporto marittimo, quindi tra giugno e luglio ne abbiamo fatto un secondo. Ciò serve a tutelare il margine in valore assoluto, per fare in modo che sia superiore a quello del 2020 e soprattutto a quello del 2019, di modo che si possa scaricare sulla bottom line del risultato con il fine di generare un utile in crescita che ci permetta di continuare con la nostra politica di distribuzione dei dividendi”.

L’Ebitda è cresciuto del 32,2% a 2,7 milioni, pari a una marginalità al 15,9%, con l’incremento dei costi delle materie prime e dei trasporti in parte compensato dall’aumento dei prezzi di listino. L’Ebit ha segnato un +49,8% a 2,2 milioni, con un’incidenza sui ricavi salita al 13,1% anche grazie ai minori ammortamenti.

“Non si è potuto scaricare nell’immediato tutto l’aumento dei costi in quanto si tratta di uno shock e non di un aumento coerente e graduale” spiega Greco. “Lo shock è stato enorme, ad esempio i costi di trasporto sono quintuplicati. Una parte di tale aumento è stato ribaltato sui clienti, che a loro volta lo hanno ribaltato sull’utilizzatore finale”.

“Nel nostro settore vi è sicuramente una maggiore elasticità del prezzo che ha permesso tale pass through. L’elasticità del prezzo, però, deve essere supportata dalla forza commerciale, dal brand, e dalle relazioni con i clienti e con i fornitori. A riguardo, noi abbiamo un rapporto molto stretto con i nostri fornitori storici che ci permette di dialogare con loro in maniera chiara e trasparente”.

Il Gruppo è poi riuscito a mantenere una solida generazione di cassa, con una liquidità netta aumentata a 4,12 milioni dai 2,96 milioni al 31 dicembre 2020, dopo aver generato un flusso di cassa operativo pari a 2,1 milioni e aver pagato dividendi per 0,7 milioni.

Lo scenario del prossimo biennio

Per quanto riguarda l’evoluzione della gestione, il Gruppo sottolinea come con il mese di giugno si sia registrato il record di vendite relativo a un singolo semestre e che, al momento, i segnali di ripresa sono confermati anche dall’andamento del terzo trimestre, facendo bene sperare per il proseguimento dell’esercizio.

Il management ritiene però che nel quarto trimestre non appaia realistica la speranza di un’inversione dei costi dei noli rispetto ai massimi registrati nel terzo trimestre, mentre sembra essersi attenuta rispetto ai primi sei mesi dell’anno la richiesta di incremento dei prezzi da parte dei fornitori.

Per l’intero esercizio, e a perimetro costante, ci attendiamo una crescita in valore assoluto superiore al livello del 2019. A livello di redditività percentuale, l’obiettivo è quello di restare sui livelli registrati nel primo semestre”.

“Le aspettative per il prossimo biennio sono di una sostanziale stabilità della situazione sulla supply chain nei primi sei mesi del 2022, per poi iniziare a vedere un ritorno alla normalità soprattutto dal punto di vista dei costi di trasporto”.

Il contributo dell’M&A

Il tutto senza contare il contributo dell’attività di M&A, grazie alla capacità del business di generare cassa che garantisce le risorse necessarie a sostenere lo sviluppo per linee esterne, come avvenuto nel recente passato e come annunciato in sede di Ipo.

Nel mese di settembre, Fervi ha annunciato l’acquisizione del 100% di Rivit, società specializzata nella fornitura di sistemi di fissaggio, utensili e macchine per l’assemblaggio e la deformazione della lamiera.

Dal punto di vista dimensionale l’operazione permette di raggiungere un fatturato di Gruppo a regime di circa 50 milioni, sostanzialmente raddoppiato rispetto al 2020 e in aumento di oltre il 70% rispetto ai livelli pre-Covid del 2019.

Inoltre, sempre a settembre, Fervi ha acquisito il 5,4% di Esales, distributore digitale, focalizzato sul B2B, di attrezzatura professionale per il mercato MRO (Maintanance, Repair and Operations) che opera sul portale di proprietà Mister Worker, il cui marchio è registrato ad oggi in oltre 40 paesi.

Contestualmente è stato sottoscritto un contratto di distribuzione a fronte del quale Mister Worker sarà il distributore online dei prodotti del Gruppo Fervi, con particolare focus sui mercati esteri.

Un track record di successo, anche dopo le acquisizioni Riflex Abrasives, Sitges e Vogel Germany, che Fervi intende sfruttare per valutare eventuali nuove opportunità, sempre nell’ottica di diventare uno dei player europei di riferimento nel settore MRO (maintenance, repair and operations).

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