Mercati asiatici – Seduta debole in Giappone, Cina ancora chiusa per festività

Seduta prevalentemente in territorio negativo per i maggiori indici asiatici, ancora orfani della Cina chiusa per festività, dopo gli acquisti registrati ieri a Wall Street. Il tutto, mentre proseguono le preoccupazioni per l’impennata dei costi energetici che minaccia di alimentare ulteriormente lo spettro dell’inflazione.

Il rallentamento della crescita economica rappresenta il principale timore degli operatori, in attesa di avere indicazioni importanti sullo stato di salute dell’economia statunitense dal job report di venerdì. Tali indicazioni macro consentiranno di comprendere meglio le prospettive future di politica monetaria della FED, considerando le mosse già intraprese da alcuni istituti omologhi come la banca centrale neozelandese che ha alzato i tassi di interesse per la prima volta in sette anni.

Nel frattempo il Presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha parlato di Taiwan con il Presidente cinese Xi Limping. Le tensioni tra Taipei e Pechino hanno infatti avuto un escalation negli ultimi giorni e gli Stati Uniti hanno esortato a interrompere le attività militari cinesi sul territorio, dichiarandosi al tempo stesso di attenersi all’accordo di Taiwan, in base al quale Washington riconosce ufficialmente Pechino piuttosto che Taipei.

Parole che non sembrano al tempo stesso distendere definitivamente il clima nel Continente Asiatico, considerando la rivendicazione incessante del territorio da parte della Cina e i 148 aerei dell’aeronautica cinese segnalati nella zona di difesa aerea di Taiwan per quattro giorni. Dimostrazione di forza arrivata proprio durante la celebrazione in Cina di una festa patriottica chiave.

Spostando il focus su Hong Kong, il leader nazionale Carrie Lam ha tenuto il discorso politico annuale per quello che sarà l’ultimo del suo mandato, delineando le priorità dell’ex colonia britannica.

Il clima di tensione sui mercati resta ancora vivo mentre continua ad essere monitorata la situazione di Evergrande (che ha in capo debiti per oltre 300 miliardi di dollari) e il resto del settore real estate dopo le difficoltà registrate anche da altri player come Fantasia Holdings che non è riuscita a rimborsare un bond da 206 milioni di dollari giunto a scadenza.

Sul Forex, il cambio euro/dollaro quota 1,1577 e il dollaro/yen 111,75. Tra le materie prime, petrolio in rialzo con il Brent (+0,4%) a 83,04 dollari al barile e il Wti (+0,6%) a 79,38 dollari al barile. Oro a 1.752 dollari l’oncia (-0,5%).

Tornando ai listini asiatici, in Giappone, Nikkei e Topix cedono rispettivamente l’1,3% e lo 0,4%

Hong Kong in frazionale ribasso a -0,3%.

Il tutto dopo le seguenti chiusure di ieri a Wall Street: Dow Jones (+0,9%), S&P 500 (+1,1%), e Nasdaq (+1,2%).