Mediobanca – All’esame del cda le proposte di Del Vecchio su modifiche statuto

Potrebbe tenersi domani il cda di Mediobanca per valutare le proposte di modifica della governance avanzate dal primo azionista (con il 18,9% del capitale) Leonardo Del Vecchio, in vista dell’assemblea del prossimo 28 ottobre.

Lo si apprende da MF, ricordando che venerdì 8 ottobre scadrà anche il termine di legge per presentare le integrazioni all’ordine del giorno per suddetta assemblea.

Le proposte arrivate da Delfin, la holding che fa capo all’imprenditore, sono relative all’eliminazione delle previsioni statutarie relative alla presenza in consiglio degli amministratori dirigenti e all’aumento del numero dei consiglieri riservati alle liste di minoranza e correlata modifica del meccanismo di elezione del board.

In particolare, Delfin propone l’eliminazione della previsione statutaria secondo cui due amministratori (qualora il numero di consiglieri sia pari o inferiore a tredici) o tre amministratori (qualora il numero dei consiglieri sia superiore a tredici, come nel caso del consiglio in carica costituito da quindici gli amministratori), devono essere “scelti tra i dipendenti che da almeno tre anni siano dirigenti di società appartenenti al gruppo bancario”.

Delfin propone inoltre la modifica del sistema di nomina degli amministratori al fine di aumentare la rappresentanza delle minoranze nel cda, dagli attuali due a tre o quattro amministratori, a seconda di quante liste di minoranza siano presentate, e permettere che più liste di minoranza possano concorrere alla nomina degli amministratori di minoranza, in ragione dei voti espressi dagli azionisti.

Delfin ha precisato che “non prevede né intende revocare l’attuale consiglio di amministrazione prima del termine del suo mandato”.

Delfin ha poi spiegato che la proposta di modifica allo statuto “non persegue lo scopo di sostituire gli attuali amministratori o manager della banca, quanto piuttosto quello di assicurare che, d’ora in avanti, questi operino all’interno di un quadro di regole di corporate governance coerente con le best practice e siano fortemente incentivati a porre al centro la creazione di valore per tutti gli azionisti, lasciando al consiglio di amministrazione e agli azionisti, come accade in qualsiasi altra società, il diritto di decidere in ultima istanza chi debba gestire la banca”.

Secondo quanto riporta il quotidiano, sulla prima questione non ci dovrebbero essere problemi dato che la cancellazione della norma era già in corso di valutazione da parte dei vertici, mentre potrebbe essere meno scontata una visione condivisa sulla seconda questione, che potrebbe potenzialmente portare a un ridisegno degli equilibri all’interno del board.

Intorno alle 09:40 a Piazza Affari il titolo guadagna lo 0,1% a 10,25 euro, mentre l’indice di settore guadagna lo 0,5 per cento.