Il marchio di Mps potrebbe restare in mano pubblica e passare al Mediocredito Centrale.
L’indiscrezione viene riportata da La Stampa, secondo cui questa sarebbe una delle ipotesi sul tavolo del negoziato con UniCredit. Tale possibilità, aggiunge il giornale, sarebbe probabile in quanto UniCredit ha subito comunicato di non essere interessata al marchio e altre alternative non sarebbero all’orizzonte.
Le interlocuzioni tra il Tesoro, primo azionista di Mps con il 64,2% del capitale, e la banca guidata da Andrea Orcel sarebbero ripresi dopo la pausa fino alle elezioni degli scorsi 3-4 ottobre, i cui esiti (con la vittoria del segretario PD Enrico Letta al collegio di Siena) avrebbero rafforzato la convinzione del mercato che l’operazione possa accelerare.
Tuttavia, nessuna decisione dovrebbe essere presa fino ai ballottaggi del prossimi 17-18 ottobre.
Per quanto riguarda Mediocredito Centrale (che controlla Popolare di Bari), l’unico asset per cui ha espresso interesse è un gruppo di filiali del Centro-Sud (è in data room per questo scopo), mentre avrebbe già comunicato di recente di non essere interessata al marchio.
Considerando le condizioni dettate da UniCredit, è molto lontana l’eventualità che il marchio Mps possa rimanere all’interno del gruppo lombardo anche solo temporaneamente. Il Ministro dell’Economia, Daniele Franco, nel corso dell’audizione in Parlamento dello scorso agosto aveva spiegato che “la salvaguardia dell’occupazione e del marchio, oltre che del risparmio, sono le priorità del governo”.
Dato che UniCredit non è interessata alle controllate di Mps attive nel leasing e nel factoring, oltre a Mps Capital Services (dedicata alle imprese), il quotidiano cita Mediocredito Centrale come potenziale acquirente per queste attività.
Intorno alle 10:00 a Piazza Affari il titolo guadagna lo 0,5% a 1,11 euro, mentre l’indice di settore segna un rialzo dello 0,1 per cento.