Si riporta l’andamento odierno dei principali titoli internazionali del settore energetico e delle utilities:
Giornata senza direzione precisa per le borse europee: il Ftse Mib avanza dello 0,2%, mentre il Dax e Ftse 100 cedono lo 0,4%. A Wall Street, Dow Jones, S&P 500 e Nasdaq limitano i guadagni al decimo di punto percentuale.
Le quotazioni del greggio consolidano i guadagni delle ultime sedute, con il Wti oltre quota 80 dollari e il Brent in area 84 dollari, in scia alle attese che la crisi energetica dall’Asia all’Europa continuerà a sostenere la domanda.
La carenza di gas naturale e carbone in vista della stagione invernale continua, infatti, a spingere la domanda, alimentando la necessità di carburanti alternativi per la generazione di energia come i prodotti petroliferi.
Al rialzo dei prezzi contribuisce inoltre l’approccio cauto dell’Opec+ nel reimmettere sul mercato le forniture interrotte dopo lo scoppio della pandemia, decidendo di attenersi ai piani di ripristinare gradualmente la produzione piuttosto che aumentare rapidamente l’offerta.
Secondo Morgan Stanley, le oil major europee hanno ampi spazi di upside in base alle attuali valutazioni e sono ben posizionate per generare elevati livelli di cassa, ridurre l’indebitamento e aumentare la remunerazione degli azionisti.
Fattori che hanno portato la banca americana a confermare la propria view “attractive” sul comparto oil, indicando tra le most-preferred stocks Shell (giudizio overweigt con target price pari a 2,089 pence) ed Eni (giudizio overweight con target price pari a 14,70 euro), entrambe con un potenziale upside di circa il 22-23%.
In particolare, Morgan Stanley sottolinea come Eni abbia costantemente sottoperformato negli ultimi anni ma la sua attuale policy di distribuzione dei dividendi e i progetti per vendere o quotare parte del business Retail&Renewables rendono l’outlook interessante.